Enrico Mentana alla fine del Tg La7 del 7 maggio sembra aver lanciato un aut-aut alla dirigenza della rete. O un “Non mi rompete”, canzone del Banco del mutuo soccorso che sintetizza perfettamente la posizione, o imposizione, mentaniana. Lilli Gruber la sera precedente lo aveva definito “incontinente” per aver fatto iniziare Otto e Mezzo alle 20:46. “Ieri sera siamo andati un po’ lunghi con il telegiornale -ha esordito Mentana-. Era una giornata cruciale vista la prospettiva di pace in Medio Oriente”. Ha continuato: “Me ne scuso, ma era prestabilito e concordato con chi dirige questa rete. Chi ci ha seguito, ovvero Lilli Gruber, ha avuto delle parole molto sgradevoli e offensive nei confronti del sottoscritto. Mi siedo qui da 14 anni per fare questo telegiornale e non ho mai offeso volontariamente nessuno, tantomeno i colleghi che lavorano su questa rete. Gradirei reciprocità a questo riguardo e che da parte dell'azienda per cui lavoro non ci fosse il mutismo che accompagna questa vicenda da ben 24 ore. Domani sera vedremo se c'è stato qualcosa, altrimenti ne trarrò le conclusioni e le dirette conseguenze. Buona serata”. Come dire: Cari La7, Urbano Cairo e Andrea Salerno: prendere, incartare, portare a casa, decidere. O me ne vado.
Se ne andrà o resterà, Mentana? È un aut-aut, è un braccio di ferro o un dissing con la Gruber? Il valore aggiunto delle notizie del Tg di La7 è innegabile. Forse un po’ meno lo status informativo di Otto e Mezzo, dove la Gruber fa il suo lavoro di regolatrice di equilibri con opinioni sempre più opache, un parco ospiti ormai standard e pochi guizzi. Mantana resta un uomo che le notizie le porta e non le “commenta”. Ma perché non proponiamo uno scambio? Mentana conduce Tg La7 e Otto e Mezzo insieme, mentre la Gruber va felicemente con la Schlein, in Parlamento: saremmo tutti più seri e sereni.