Guardavo i filmati. Cercavo di decifrare le parole. Ero incantato nel luogo comune dei meme e non capivo un accidenti. Poi ho visto la foto di Biden con il Papa al G7 pugliese. Jorge in carrozzina con l’espressione stranita, perché Joe col sorriso inviolabile gli si mette fronte contro fronte e gli parla. Un 81enne cattolico che ha la necessità di parlare con l'87enne pastore, il suo pastore. Cosa gli avrà detto?
Comicità presidenziale
Tutti vedono ognun sa ma molti non dicono che Joseph Biden, il 46 simo presidente degli Usa non è perfettamente in sensi. Per chi, come questi tempi, ha perso la fede Biden è uno spettacolo comico e distopico.
Comico perché nella sfera pubblica non esistono persone ma personaggi e Biden non assomiglia a tuo padre o tuo nonno, più a un teletubbies. È divertente vedere le sue goffaggini. Biden alle celebrazioni del d-day che non trova la sedia accanto a Macron. Biden al party del 10 di giugno al South Lawn della Casa Bianca che si frizza tra balli e canti. Guarda nel niente. A Borgo Egnazia, Biden che parte per il pratino e non si sa dove va; la padrona di casa Giorgia Meloni lo gira e lo rimette nella giusta direzione. Biden che dà la sensazione di farsela addosso, qualcuno penserà chi la fa l’aspetti (ma, ci ricorda Wittgenstein, questa è una fallacia: chi la fa non l’aspetta, perché l’ha già fatta).
Tutta materia per i creator di meme, che fanno poesia di azioni decontestualizzate, brevi incursioni di verità ossessive che spaccano i cerimoniali, le narrazioni, le “strategie di comunicazione”. Siamo alla post-satira.
Distopia presidenziale
Siamo invece alla distopia quando pensiamo che Biden, ovvero come dice Dario Fabbri “uno che non sa se è notte o se è giorno” è l’uomo più potente della terra, che ha la redline con Mosca, la president's emergency satchel, la cartella di emergenza, (inclusa card da portare addosso) per ordinare l’attacco nucleare, che gira con due esemplari di Air Force One gemelli, e due cortei di auto blindate tra cui due Cadillac One. Nessuno sa su quale auto/elicottero/aereo stia viaggiando. Ammesso che lo sappia lui.
E considerando queste cose una dose di senso distopico potrebbe starci. E anche un po’ di sospettismo sulla comunicazione. Perché alle ondate informative su quanto Biden sia rimbambito seguono operazioni simpatia sui media istituzionali Usa che si riflettono su quelli italiani, dove si evidenzia qualche battuta “smart”, qualche foto scelta, qualche momento di lucidità presidenziale contro il malnato competitor Donald Trump, a sfatare almeno mezza definizione di Federico Rampini, quando parla, a proposito della campagna elettorale Usa di “un deficiente contro un delinquente”.
Ok, la politica Usa è in crisi senile
E infine qualche dubbio potrebbe venire sulla salute istituzionale della più grande democrazia del mondo. Possibile mai che i democrat non riescano a trovare un cadidato serio dall’epoca di Barack Obama? Sono quasi 10 anni che si affacciano nomi deboli, da Hillary con le sue potenti raccomandazioni e suo agghiacciante flop del 2016 (fu una notte di tregenda all’ambasciata Usa a Roma, il party per celebrare la Clinton era stato ammazzato dalla notizia della vittoria di Trump, e gli invitati, politici e gran commis italiani fan dell’amministrazione democratica, prendevano i cappotti e sfilavano fuori come zombie nell’alba novembrina) alla Ocasio Cortez. Pare non si possa trovare di meglio di un uomo in età, che non ha mai politicamente spiccato a parte una tendenza alla gaffe, con addosso una serie di accuse legate a comportamenti affettivi inappropriati, e un figlio, Hunter, la cui storia giudiziaria è un disastro. Vedi l’ultimo capitolo: Biden Jr rischia fino a 25 anni di prigione per aver acquistato un’arma senza aver dichiarato di essere tossicodipendente. E dall’altra parte, quella del Gop, non sembrano messi meglio, con le correnti del partito che odiano cordialmente/coralmente Donald Trump, ma sono costretti a subirlo per mancanza di alternative. Crisi strutturale? O crisi senile?
Il pontefice parla con la vera lingua della Chiesa
La senilità dal politico/collettivo all’impolitico individuale riporta a lui, Joe Biden. Al fronte contro fronte col Papa, un altro che a 93 anni e sentendo le forze venire meno si fa scappare discontinui brandelli di verità, su guerre e frociag*ini Bergoglio si sta riappropriando del linguaggio scandaloso che è nel codice genetico del Cattolicesimo e che è sempre emerso in filoni collaterali, carnevaleschi, sboccati o speculativamente erti (troppo) della cultura cattolica: non tutti hanno familiarità con l’Alta nichilitade di Jacopone, con le feste feroci dell’Episcopellus, o con i cubici antisillogismi di Angelo Silesio.
Il presidente parla con i morti
E dal lato suo, fuori da meme, ironia, distopia, politica, storia, Joseph Robinette Biden Jr, il 46 simo presidente degli Usa, lui, forse, vede i morti e parla con loro. Chissà. Nel settembre ’22 durante una conferenza Biden ha chiesto dove fosse una deputata dell’indiana Jackie Walorski per ringraziarla. La Walorski era morta un mese prima in un incidente stradale. Nel febbraio 2024 Biden ha affermato di aver parlato dei disordini al Campidoglio con il cancelliere tedesco Helmut Kohl, ma questo era mancato nel 2017. Nel febbraio 2024 Biden ha scambiato Macron per François Mitterand, morto nel 1996.
E se queste non fossero gaffes e Joe Biden vedesse i morti? Sarebbe quel che in linguaggio iniziatico si chiama un desto. Seguiamo la sospensione dell’incredulità: tutto si tingerebbe dell’aura metafisica che conviene ai frammezzi tra pagine diverse della storia e della vita, ai twilight in quanto momenti magici, individuali e collettivi. Biden non sarebbe rimbambito, sarebbe nel “bardo”, lo stato intermedio della mistica tibetana. O nel Barzakh della mistica sufi, con le sue geografie immaginali raccontate da Henry Corbin. Tra vita e morte vedrebbe i morti. Quando si incanta in quel sorriso ineffabile starebbe forse contemplando le tre città mistiche di Jabalqa, Jabarsa e Hurqalya, lo stesso quando si dirige da un’altra parte, andrebbe a salutare non quel carciofino sott'odio di Scholz, o quel merluzzo preoccupato della plastic pollution di Trudeau, o quel monarca furbacchiotto di Macron, o quella bella figliola con gli occhioni di Giorgia Meloni, ma -alleluia- qualche spirito guida, chissà.
Biden ha capito il mondo meglio di noi
Lo scrittore Ottavio Cappellani ha convizioni strane. Per esempio è sicuro che io mi chiami Bruno Giurato, mentre come è noto io sono Mastru Brunu, poi è convinto che Biden sia una sosia rincoglionito che mandano in giro mentre l’originale tira il fili del mondo. Ma complottismo per complottismo quello metafisico risulterebbe più affascinante. Adottiamolo, amiamolo, anche perché sarebbe perfetto per spiegare un’epoca strana, di poteri poco lucidi, geostrategie claudicanti, equilibri mondiali amnesiaci. Non sarà che l’uomo più potente del mondo incarna e contempla proprio quello che non vogliamo dirci? Ora lo sappiamo, anche tu lettore lo sai, cosa ha detto Biden a Bergoglio. Altro che “sleepy Joe”. Joe is awake.