Oliviero Toscani è un monumento della fotografia italiana. Un artista con un'idea dell'arte. Un provocatore vero, fuori dai social e dalle regole che impongono anche a ciò che dovrebbe essere contro il sistema. Con il pretesto dell'immagine All eyes on Rafah, creata con intelligenza artificiale e condivisa da chiunque, abbiamo parlato con lui di fotografie che sembrano donne rifatte e di reporter di guerra che giocano alla trincea. Ci ha spiegato che la società fa schifo, e che l'intelligenza artificiale serve solo agli stupidi per produrre cagate. Ci ha detto che gli attivisti climatici hanno ragione e che i direttori creativi sono degli scemi. Poi ci ha parlato della Ferragni e di Fedez, del Governo e delle campagne elettorali. Toscani è un maestro del détournement, il primo e l'unico ad affrontare grandi problematiche come l'anoressia, la guerra, la mafia, il razzismo e le migrazioni con lo strumento pop della campagna pubblicitaria. Questa intervista è un quadro punk, che soltanto uno come lui, a 82 anni, poteva fare.
L'immagine creata con l'intelligenza artificiale che è stata condivisa da milioni di persone, All eyes on Rafah. L'ha vista?
Non sono sicuro di quale stia parlando, ne ho viste molte.
È una foto che ha iniziato a circolare ieri. È stata condivisa ovunque, l'ha vista su Instagram?
Non condivido nulla su Instagram, non uso i social media. Se me la manda, la guardo.
Sì, gliela mando su Whatsapp. Questa immagine, realizzata con l'intelligenza artificiale, è stata condivisa da circa 40 milioni di persone. Le chiederei un parere tecnico da fotografo.
È una cagata. Mi ricorda quelle donne che si rifanno il viso dal chirurgo estetico, sembrano tutte uguali. Si vede subito che è falsa. Almeno, io lo vedo immediatamente. Ma anche se fosse ben fatta, si capisce che è un prodotto dell'intelligenza digitale.
È un fallimento per la fotografia in generale?
No, questa è la nuova fotografia. Non è più fatta da professionisti ma da sconosciuti che vogliono diventare professionisti. Usano questa tecnologia per mostrare il loro talento. Non è frutto di una creatività speciale, ma di una dipendenza dalla tecnologia.
La creatività viene demandata al computer?
Non è possibile demandare la creatività.
Queste immagini sono create a partire da un testo, quindi bisogna più saper scrivere che fotografare. Non è un passo indietro per la fotografia?
No, non è un passo indietro. Questo appartiene alla nuova fotografia. Ormai tutti fotografano, così come tutti sanno scrivere. Fotografare è diventato comune. La fotografia professionale, come quella che ho fatto per 60 anni, non esiste più. I fotografi professionisti, soprattutto i reporter di guerra, non servono più a niente. Ora ci sono solo autocompiacimenti e pose. Si mettono il giubbotto antiproiettile e l'elmetto come nella seconda guerra mondiale.
Queste immagini create con l'intelligenza artificiale possono avere un futuro?
Certamente, c'è un futuro per tutti, anche per queste immagini. Guardi nell'architettura quante cose discutibili vengono fatte con le nuove tecnologie, o nella musica: quante canzoni mediocri vengono scritte? Un futuro c'è, ma è mediocre.
A livello di significato, l'immagine da cui siamo partiti viene condivisa da tutti per mantenere l'attenzione su Gaza.
È una foto banale, una foto che crea consenso. E quando cerchi consenso produci sempre qualcosa di mediocre.
Ma a livello politico può avere un impatto?
La politica è esattamente come questa foto. Mediocre.
Cambia anche il processo creativo. Per esempio, lei come arrivava all'immagine che voleva scattare? Partiva da un'idea?
Mi concentravo sui temi che mi interessavano. La fotografia era l'ultimo elemento che consideravo. Mi interessava ragionare su temi importanti come l'anoressia o la discriminazione razziale.
Oggi tutto questo si è spostato sui social.
Non mi occupo dei social perché non li utilizzo. Non voglio neanche saperlo, è una mia scelta.
Quindi è un disinteresse totale, un rifiuto.
Sì, è una scelta che ho fatto fin dall'inizio.
Lei ha detto di sperare di essere l'ultima generazione di fotografi come la sua. Cosa pensa dei fotografi moderni sui social?
Sono conosciuto per le fotografie che ho fatto, non perché ho follower. Non so neanche cosa siano i follower.
In un'intervista diceva che ai tempi dei social le immagini prevalgono sui fotografi. È ancora possibile fare arte?
La fotografia non ha niente a che fare con l'arte, la fotografia è arte in sé stessa. Non è una copia dell'arte, né inferiore all'arte.
Ma immagini come quelle create con l'intelligenza artificiale possono raggiungere un livello artistico?
Non so cosa significhi "livello artistico" per queste immagini, ma sicuramente no. Finora non ho visto una fotografia fatta con l'intelligenza artificiale che sia artistica. Ho sempre e solo visto delle cagate: banalità, cliché e cose molto stupide.
Lei è sempre stato definito un maestro della provocazione. È ancora possibile fare provocazione oggi o siamo vittime dell'autocensura?
La società non vuole più la provocazione, è malata e non ha il senso del futuro. Non vuole mettersi in discussione. Viviamo in una società completamente anestetizzata, come il cibo prefabbricato e refrigerato.
Quindi non c'è più neanche bisogno della provocazione?
La società è completamente disinteressata, a tutto. Non crediamo più in noi stessi né in niente. Le ideologie sono sparite.
Siamo in periodo di campagne elettorali, e le immagini sono importanti: le sta seguendo?
Sono così mediocri che ti chiedi chi siano questi incompetenti che ci governano, ti chiedi come abbiano la possibilità di governarci, mamma mia! In Italia abbiamo un governo veramente fascista, totalmente fascista.
Pensavo alle immagini della campagna elettorale di Salvini, tipo quelle con l'uomo che beve con il tappo. Le ha viste?
Basta guardarlo in faccia. Già da come parla capisci.
Non so se ha seguito in questi giorni la questione del Papa che ha parlato di "fr*ciaggine".
Lui è l'unico sincero.
Lei in passato è stato multato per aver detto qualcosa di simile, affermando che la Chiesa era una sorta di congrega di omosessuali.
Sì, sì, l'ho detto.
Quindi, alla fine, il Papa le dà ragione, no?
Sì, ha capito. Ma la sessualità è un grande problema per la Chiesa, per i preti, che vengono privati di un normale rapporto d'amore, con un'altra persona. È una situazione tremenda, una vera ipocrisia.
Nei suoi lavori, lei si è sempre concentrato sull'umanità. Cosa pensa dell'umanità oggi? Esiste ancora?
L'umanità c'è sempre. Non siamo disumanizzati, ma siamo diventati mediocri, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Il resto è molto mediocre. Guardi come è il mondo oggi, è incredibile. Mi vergogno di appartenere alla razza umana.
Perché?
Perché facciamo schifo. Non abbiamo futuro, non c'è nessun interesse vero. Tutto è fatto da piccole minoranze che capiscono, ma la maggioranza è una banda di caproni. Non è colpa loro, è una questione di educazione, di scuole, di televisione, di social media, di tutte queste cose che pensiamo siano indispensabili.
Non vede nessun esempio che possa dare speranza? Qualche personaggio?
Sicuramente ci sono giovani che hanno capito qualcosa, o che lo capiranno. Sono una minoranza, ma alla fine vinceranno perché gli altri sono veramente incapaci.
Anche la protesta, la provocazione, è cambiata, cosa pensa degli attivisti che tirano vernice contro le opere d'arte.
Penso che qualsiasi protesta è utile. Qualsiasi provocazione non danneggia mai la causa. L'importante è protestare. Tanto poi i quadri si puliscono. Questi atti svegliano la coscienza. La nuova generazione mi piace.
Lei ha mai provato a creare un'immagine con l'intelligenza artificiale?
No, non so neanche come si fa.
Basta scrivere un testo e viene fuori l'immagine. È semplice.
No, non mi interessa.
Se dovesse creare un'immagine con l'intelligenza artificiale partendo da un testo, cosa direbbe?
Non saprei, ma anche in quel caso il lavoro che farei sarebbe un prodotto della mia intelligenza, non di quella artificiale. Una vera intelligenza artificiale dovrebbe fare anche il testo al posto mio. L'intelligenza artificiale è solo un insieme di algoritmi imbecilli che ci rendono schiavi del sistema. Poi, non c'è bisogno di intelligenza artificiale per fare delle cagate. Non c'è bisogno di immagini artificiali, il problema è umano.
E a proposito di cagate, questa volta artistiche, lei aveva fatto una mostra con immagini di escrementi.
Tutti fanno le mostre sul bello, fanno diventare le cose belle, e io faccio diventare bella la merda. Comunque sono la persona meno informata sui social. Dovevate chiedere a Fedez, o a sua moglie. Loro sono il massimo dell'intelligenza no?
A loro modo
Con un'intelligenza così, come riferimento, l'intelligenza artificiale non può essere altro che una cagata. La verità è che parliamo dell'intelligenza artificiale perché inconsciamente ci rendiamo conto che siamo veramente delle merde, senza idee, senza immaginazione. Allora dobbiamo correre a trovare dei rimedi. Si ricorda gli Nft, come cazzo si chiamavano? Spariti. Gli avatar, tutto sparito. Sparirà anche l'intelligenza artificiale, secondo me.
Parlando proprio di immagini, il fotografo rimane insostituibile.
Il fotografo intelligente rimane insostituibile perché solamente gli stupidi usano l'intelligenza artificiale, gli ignoranti. Chi ha un'intelligenza sua non usa quella artificiale.
È ancora possibile creare, essere creativi?
Tutto si conforma a una stessa cosa, colore, composizione. C'è come un'aria di plastica. È una roba da Disneyland. Come dicevo prima, sembrano le donne rifatte. Ma sono sempre quelli stupidi, a conformarsi, e purtroppo anche i giovani. Con i telefonini in mano, rincretiniti dai social e dalla moda.
Lei è un'istituzione nel campo della pubblicità. Ne ha vista qualcuna bella recentemente?
Io non ne ho viste di belle. Lei ne ha viste? No, perché tutte le pubblicità che vedo mi fanno pensare che oggi, in agenzia, se non sei stupido non lavori. Non c'è niente di più stupido di uno che dice "sono il direttore creativo". È ridicolo. Ci sono scemi che dicono di essere dei direttori creativi, e io vorrei chiedergli, ah, bene, dirigi la creatività? Spiegami come si fa, che vorrei saperlo.
Sul premio vinto dalla foto di una ragazza israeliana torturata da Hamas, ma anche sulle numerose immagini che ci arrivano dai bombardamenti su Gaza: è giusto mostrare queste immagini?
La fotografia documenta storie ed eventi, tutto qui. Però basta non vedere l'immagine e non c'è più il problema di chiedersi se sia giusto o no. Anzi, non esiste più nemmeno il problema in sé, perché ormai la fotografia è più importante della realtà.