Antonio Bellocco, erede 36enne dell’omonima famiglia di ’ndrangheta della Piana di Gioia Tauro in Calabria, è stato ucciso con ben ventuno coltellate da Andrea Beretta a Cernusco sul Naviglio a Milano. A rivelarlo i primi risultati dell’esame autoptico: sei colpi al cuore, cinque al collo e dieci superficiali. I periti hanno a disposizione 60-90 giorni per depositare la relazione post autopsia, anche se sta già iniziando a circolare qualche informazione, da cui è merso l’accanimento di Andrea Beretta nei confronti di Bellocco. Sul corpo della vittima, per quanto al momento è dato da sapere, non sono stati trovati proiettili e quindi si ipotizza che non ci sia stato un secondo sparo, oltre a quello che ha ferito Beretta. Anche se, un testimone, avrebbe parlato anche di un altro rumore, simile a un’esplosione. Il primo sparo avrebbe ferito il capo della curva interista. Questa, ad ora, la ricostruzione di quanto accaduto il giorno dell’omicidio. Andrea Beretta sarebbe salito a bordo della Smart di Bellocco, davanti alla palestra Testudo di Cernusco, dicendogli: “Cos’è questa storia che mi volete ammazzare?”.
L’uomo temeva da giorni che potesse essere ucciso. Bellocco sembrerebbe aver risposto così: “Sì, ammazziamo te e tutta la tua famiglia”. Beretta avrebbe quindi puntato l’arma contro il rivale, con cui sarebbe scaturita una colluttazione che ha portato all’uccisione di Antonio Bellocco. Non solo, Beretta avrebbe continuato ad infierire sul corpo esanime di Bellocco, tanto da essere poi trascinato via da due testimoni. Si ipotizza che il delitto debba essere collegato alla spartizione degli affari interni alla Curva Nord. Curva che, per questo giovedì ha indetto una riunione al “Baretto” vicino allo stadio San Siro. L’autopsia sarà corredata poi di una perizia balistica sull’arma utilizzata per compiere il delitto, al fine di definire la traiettoria del proiettile. La pistola, una Beretta calibro 9x21 con matricola abrasa, verrà analizzata per stabilire se si stata utilizzata anche in altre circostanze.