Nel panorama delle famiglie italiane più note, tra editoria, spettacolo e casi di cronaca, si intrecciano storie familiari che sembrano uscite da un romanzo. O da un caso di nera. Una di queste riguarda un legame alla lontana poco noto, ma curioso, tra Mara Venier, celebre conduttrice televisiva, e le gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara Poggi, la giovane vittima del tragico “giallo di Garlasco”. Un legame lontano ma reale, che passa per i rami meno noti della dinastia Rizzoli e si riflette in una fitta rete di relazioni che coinvolge figure del mondo dello spettacolo, dell’editoria e perfino della politica. Si parte da Nicola Carraro, produttore cinematografico e attuale marito di Mara Venier. Carraro è il figlio di Pinuccia Rizzoli, seconda figlia di Angelo Rizzoli, storico fondatore della casa editrice Rizzoli. Da qui si apre un ventaglio genealogico. Carraro è infatti cugino di Anna Grazia Rizzoli, madre di Emanuele Airoldi, marito di Stefania Cappa, una delle due gemelle diventate note per il loro coinvolgimenti nel caso (almeno mediatico) Poggi-Stasi.

Dunque Mara Venier è la moglie del cugino della suocera di Stefania Cappa. A rendere ancora più articolato il quadro è un altro cugino di Carraro: Angelo Rizzoli, noto anche come "Angelone", primo marito dell’attrice Eleonora Giorgi e padre di uno dei suoi figli. Giorgi e il figlio Andrea hanno partecipato al matrimonio di una delle gemelle Cappa, ulteriore dimostrazione di come questi legami, talvolta rimasti nelle ombre dei salotti buoni, abbiano trovato espressione concreta anche nella vita pubblica e sociale. Tanto è bastato per iniziare a veder circolare sul web delle ipotesi che coinvolgerebbero, alla larga, Carraro (e quindi, per estensione, zia Mara). Secondo Cesare Sacchetti de La cruna dell’ago, per esempio, “il padre di Stefania Cappa, Ermanno, riusciva ad avere anni fa incontri con deputati e senatori nel tentativo di attaccare Vittorio Feltri, che sosteneva l'innocenza di Alberto Stasi. C’è tutto un potente mondo a Garlasco sul quale la magistratura non ha mai voluto veramente fare luce”. Post rilanciano sui social e ipotesi che inizia a essere diffusa su X. Una pista estrema, mai verificata e attualmente per nulla attendibile, che tuttavia fa gioco a chi, in queste ore, nella vicenda, ormai diventata un delirio mediatico autosufficiente e in grado di alimentarsi grazie a sempre nuove ipotesi, cerca di ricostruire gli equilibri di potere che sempre di pù vengono chiamati in causa per spiegare i punti ciechi di questo delitto.

