A Garlasco, un altro capitolo del caso di Chiara Poggi sta prendendo forma. La giudice Daniela Garlaschelli ha scelto due nuovi periti per l’incidente probatorio sui reperti biologici, tra cui il Dna trovato sotto le unghie della vittima. I nominativi sono quelli di Denise Albani, genetista della polizia, e Domenico Marchigiani, dattiloscopista della Scientifica di Milano. Albani, che dal 2016 è parte della polizia scientifica, ha un legame diretto con Emiliano Giardina, il primo perito scelto per il caso. Tuttavia, la sua nomina è stata ricusata dalla procura di Pavia per via di un'intervista rilasciata alle Iene nel 2017, dove Giardina si esprimeva pubblicamente sulla questione del Dna, alimentando dubbi sull’imparzialità. La giudice ha chiarito che l’apparenza di parzialità rischiava di compromettere l’intero processo.

La decisione di sostituirlo, benché riconosca le sue capacità professionali, è stata presa per tutelare l’integrità del processo: “Non si deve far partire un incidente probatorio su basi minate da sospetti”, ha spiegato Garlaschelli. Nel frattempo, la difesa di Stasi ha visto respinta la richiesta di incompatibilità per Luciano Garofano, ex generale dei Ris, mentre la polizia di Stato resta coinvolta nella perizia. Il 16 maggio si terrà la nuova udienza per ufficializzare i periti e fissare i quesiti. L’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha espresso soddisfazione per l’inclusione della polizia scientifica, ritenendo giusta la scelta in ottica di imparzialità.
