Sono passati quasi diciotto anni da quel 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi venne trovata morta nella villetta di famiglia a Garlasco. Una scena di sangue, una porta socchiusa e troppe risposte mai arrivate. Alberto Stasi, il fidanzato dell’epoca, fu prima assolto, poi condannato in via definitiva a 16 anni. Ma da qualche tempo, sembra che qualcosa stia iniziando a muoversi. Di nuovo. La criminologa Roberta Bruzzone parla senza mezze misure: “L’inchiesta-bis sull’omicidio di Chiara sembra correre veloce”. Al centro del nuovo fascicolo c’è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e frequentatore abituale di casa Poggi all’epoca del delitto. Non è una comparsa improvvisata: il suo nome circola da anni, ma ora i riflettori sembrano essere tornati a puntarsi proprio su di lui dopo la prima archiviazione.


La novità? La madre di Sempio è stata convocata dai carabinieri. In caserma, però, ha scelto di non rispondere per poi accusare un malore. Una mossa che ha acceso ancora di più l’interesse degli investigatori. Il motivo della sua chiamata in Procura? Un testimone inedito: un ex vigile del fuoco in pensione, che la conosceva e che avrebbe fornito informazioni capaci di smontare l’alibi di suo figlio. Lui, Sempio, ha sempre detto di essere a Vigevano quella mattina. Ma se fosse stata solo sua madre a trovarsi lì? Lo scontrino del parcheggio, presentato da Sempio anni fa, potrebbe non bastare più. Se davvero il documento si riferiva ai movimenti della madre, e non ai suoi, allora gli investigatori avrebbero in mano un nuovo pezzo del puzzle. Un pezzo che cambia tutto. “La testimonianza dell'ex pompiere potrebbe riscrivere gli spostamenti di Sempio e della madre in quella mattinata riaprendo importanti interrogativi. A mio avviso, ogni nuova informazione e testimonianza merita un doveroso approfondimento anche se, a 18 anni dai fatti, la verifica di ipotesi alternative è più complessa e difficoltosa”, ribadisce Bruzzone. Ma dopo quasi vent’anni, scavare nel passato è come cercare un ago in un campo bruciato. Eppure, forse è l’unico modo per rimettere a fuoco la verità.

