Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per aver ucciso Chiara Poggi il 13 agosto del 2007, da oggi è un uomo a metà: libero di giorno, detenuto di notte. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto la richiesta dei suoi legali e gli ha concesso la semilibertà. A 41 anni, Stasi potrà lasciare il carcere di Bollate ogni mattina non solo per lavorare, ma anche per attività legate al reinserimento sociale. Tornerà in cella ogni sera. La decisione è arrivata nonostante il parere contrario della Procura Generale, che aveva storto il naso per un’intervista andata in onda su Le Iene. Stasi aveva parlato pubblicamente durante un permesso premio, senza – secondo l’accusa – chiedere un’autorizzazione formale per farsi riprendere. Una leggerezza che però, come ha chiarito il direttore del carcere Giorgio Leggieri, non ha violato alcuna prescrizione. L'intervista era stata registrata il 22 marzo 2025, trasmessa poi il 30. Tutto in regola.


Intanto, fuori dal carcere, il tempo non si è fermato. Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi sono state riaperte. Ad Andrea Sempio – vecchio nome del fascicolo, amico del fratello della vittima – è stato notificato un avviso di garanzia per omicidio in concorso. Sempio era già stato indagato in passato e poi archiviato. Ma adesso, grazie all’evoluzione delle tecnologie genetiche, si è tornati a scavare. Il primo passo è l’incidente probatorio richiesto dalla Procura, per analizzare oggetti finora rimasti in ombra, mai testati o giudicati in passato "inconcludenti". Il caso Garlasco, che sembrava chiuso da quasi dieci anni, potrebbe riscrivere un nuovo finale. Stasi, contabile fuori e condannato dentro, resta in bilico. In attesa che il suo passato venga archiviato definitivamente. Oppure, di nuovo, riscritto.

