Sono arrivati i risultati dell’autopsia sul caso di Chiara Petrolini, la ragazza che ha sepolto nel giardino di casa sua, a Traversetolo in provincia di Parma, i suoi due neonati. E ora sappiamo che l’ha fatto quando uno dei due bambini era ancora in vita. A dirlo il referto redatto dal medico legale Valentina Bugelli e da Francesca Magli, antropologa forense. Le due erano state incaricate dai pubblici ministeri di stabilire se il primogenito di Chiara Petrolini (il cui corpo è stato trovato in un secondo momento) fosse ancora vivo al momento del parto. E, nonostante “l’assenza di strutture molli o tessuto cartilaginei”, le due esperte sono comunque giunte ad una conclusione. Quindi il decesso del neonato non può essere collegato “ad una morte ante partum”.
Una tesi, questa, che fin dai primi momenti dopo la macabra scoperta era stata delineata dal procuratore Alfonso D’Avino. Ovvero che il neonato, nato vivo, sarebbe stato ucciso dopo il parto. Su Chiara Petrolini grava l’accusa di duplice omicidio e soppressione di entrambi i cadaveri, e che al momento si trova agli arresti domiciliari in attesa che la Cassazione decida su un suo eventuale trasferimento in carcere.