Continuano ad emergere particolari, a tratti inquietanti, sul caso di Chiara Petrolini, la ventiduenne accusata di aver sepolto i propri figli neonati nel giardino della sua casa a Traversetolo, in provincia di Parma. Durante l’interrogatorio, parlando del Misoprostolo, farmaco che viene utilizzato per trattare l’aborto spontaneo, si era espressa così: "Non ne ho mai sentito parlare". Tuttavia gli investigatori hanno scoperto che Chiara ha cercato sul web informazioni proprio su questo farmaco. Chiara, posta davanti alle bugie da lei stessa pronunciate, ha dichiarato che comunque tra ciò che è accaduto realmente è ciò che ha cercato su internet c’è una grande differenza. Non solo, che in quel momento stava affrontando un “momento di debolezza”, e che voleva capire se fosse possibile abortire o meno assumendo quel farmaco.
Il Misoprostolo è un farmaco usato anche per indurre il travaglio. A proposito dell’assunzione o meglio di droghe, Chiara Petrolini inizialmente aveva riferito di non aver mai assunto nulla durante la gravidanza. Eppure, a smentire le sue parole, una sua amica che ha raccontato cosa è accaduto la sera prima che Chiara partorisse: “Credo che abbiamo bevuto un paio di birre a testa, forse Chiara Petrolini ne ha bevuta una in più. Dai messaggi ricordo che abbiamo consumato marijuana, una sola canna in due, a farlo siamo state solamente io e Chiara. Chiara è andata via intorno a mezzanotte, io all’una. Chiara era stanca dal lavoro e non vedeva l’ora di andare in vacanza, quella sera non era ubriaca ma gli occhi le si chiudevano dalla stanchezza”. Quindi gli investigatori hanno chiesto conto a Chiara anche di questo: “Avevo paura del giudizio di tutti”. E ancora: “Non praticato manovre per accelerare il parto. Non ho mai fatto niente di quello che avevo cercato". Intanto è attesa la decisione della Cassazione sul possibile trasferimento di Chiara Petrolini in carcere.