Si continua a indagare sul caso di Sharon Verzeni, la trentatreenne uccisa a coltellate durante una passeggiata. Sul luogo dove è stato compiuto l’omicidio, in via Castegnate a Terno d’Isola (Bergamo), è stata trovata una lettera anonima scritta a mano. Ecco che cosa dice: “Caino è chiunque non parli, chiunque non dica la verità. Quel coltello maledetto sta colpendo tutti, sta affondando la sua lama lentamente nei nostri cuori, creando rabbia, dolore e rimpianti. Sharon è figlia di tutti. È una parte della nostra vita. Chi sa non volga le spalle. Nessuno può riportarcela indietro ma qualcuno può dare una spiegazione a tutto ciò. Non siate complici di questa brutalità”. Più che una lettera, un appello alla cittadinanza: chi sa parli. La comunità è stata chiamata a collaborare, a non voltarsi dall’altra parte. Per arrivare alla verità.
La lettera è stata trovata all’interno di una busta di plastica, attaccata al muretto dove in molti stanno lasciando mazzi di fiori in ricordo di Sharon. Al momento non si conosce l’identità dell’autore, anche se il tono quasi confidenziale dello scritto lascia penare a qualcuno che potrebbe averla conosciuta: “Niente è come prima, nessun respiro, nessun attimo di vita. Il pensiero è fisso su Sharon e sulla parola perché? La vita è ferma a quella notte. La parola perché è la prima del mattino e l’ultima della giornata. Ogni giorno è così, ogni giorno è angoscia”. Nel frattempo non si ferma l’attività investigativa da parte degli inquirenti, che hanno ascoltato per ore il fidanzato e i genitori di Sharon. Mentre i primi risultati dell'autopsia lascerebbero pensare che, chi le ha tolto la vita, lo ha fatto senza nessuna esitazione e con un coltello, si ipotizza, da cucina.