Tommaso Onofri avrebbe 20 anni oggi. Ma resterà sempre intrappolato nell’immagine del “piccolo Tommy”, quel bimbo dai grandi occhi azzurri e il faccino da angioletto. Tutti lo ricordiamo così, mentre seguivano gli aggiornamenti di quella triste storia, sperando, forse ingenuamente, che Tommy alla fine sarebbe tornato a casa. Invece il destino ha voluto diversamente: Tommaso a casa non è mai tornato. A soli diciotto mesi viene rapito: chi lo strappa alla sua famiglia vorrebbe solo ottenere dei soldi facilmente, e del resto non si preoccupa. È il 2 marzo del 2006, e Tommy viene ucciso quella sera stessa: strangolato. I rapitori non avevano fatto i conti su ciò che significasse occuparsi e rapire un bimbo così piccolo. Tommy era epilettico, e doveva per forza di cose assumere delle medicine particolari. A ucciderlo è Mario Alessi, muratore, che lo rapisce insieme a Salvatore Raimondi, ex pugile. Alessi lo conosceva bene Tommaso, perché aveva fatto dei lavori di ristrutturazione nella villetta di Casalbaroncolo dove i coniugi Onofri si erano trasferiti con i figli. Preso il bambino Alessi e Raimondi scappano in motorino: Tommy viene ucciso poco dopo, lo seppellisce sotto un cumulo di fango e immondizia.
Lucia Musti all’epoca pm della Dda di Bologna: “È stata un’inchiesta durissima che mi porterò per sempre dentro nella mia vita di magistrato, di miserie umane ne ho viste tante, ma meglio occuparsi di un’indagine per mafia che di una come quella che ha portato a scoprire la morte di un bambino con quelle modalità così atroci, non la auguro a nessun collega. La verità è che siamo andati avanti per un mese nella speranza di restituirlo alla famiglia, era diventata una sfida, non potevamo pensare di cercare un cadavere. Purtroppo non è andata così. Una delle prove più difficili come pm, dovevo portarle la notizia della morte del figlio, ovviamente anche solidarietà ma con distacco, altrimenti mi sarei fatta prendere dall’emozione e trascinare dai sentimenti, non potevo permettermelo, a maggior ragione perché sono una donna che porta la toga”. Ma la mamma di Tommy lo aveva già sentito dalla tv: “Sono entrata in una camera, i parenti attoniti, con gli occhi sbarrati e di pianto lei era rannicchiata sul letto in posizione fetale, non ha detto nulla”. Mario Alessi è stato condannato all’ergastolo, Raimondi a 20 anni con rito abbreviato e da agosto scorso è in regime di semilibertà. E questo per la mamma di Tommy, Paola Pellinghelli, è impossibile da accettare: “Non posso sopportare che chi ha fatto tanto male possa avere sconti di pena, se hai ricevuto una condanna, devi scontarla tutta, altrimenti che giustizia è? Ti puoi redimere solo dopo che hai pagato la pena, altrimenti è solo opportunismo. Tommaso non tornerà, questa è l’unica cosa certa. Lo vedo sempre qui vicino a me, piccolo e indifeso, anche se credo che da lassù mi protegga. Non posso immaginarlo grande e cresciuto. No, per me resterà sempre il piccolo Tommy”.