Nella prima puntata di Belve Crime su Rai 2, Massimo Giuseppe Bossetti, l'ex muratore di Mapello (Bergamo) condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, ha avuto l'opportunità di difendersi di nuovo in tv. Al centro del suo discorso, la traccia di Dna, "Ignoto Uno", trovata sugli slip della vittima, che, secondo i legali di Bossetti, sarebbe stata erroneamente attribuita al loro assistito. Ma una delle voci più autorevoli in materia, la genetista Marina Baldi, non lascia spazio ai dubbi intervistata da Il Giornale. Baldi, esperta in genetica forense, con un'importante carriera alle spalle, ha spiegato con precisione scientifica come il Dna di Bossetti sia inequivocabilmente legato a quella traccia. La biologa ha illustrato il processo che ha permesso agli investigatori di risalire a Bossetti partendo dal cromosoma Y presente nella traccia: una scoperta che ha portato alla ricostruzione del suo albero genealogico, e, infine, alla conclusione che il Dna di Bossetti corrisponde a quello di "Ignoto Uno". Una corrispondenza che non lascia margini per interpretazioni alternative.

Nel corso dell'intervista, Bossetti e i suoi legali hanno sollevato due principali questioni: l'assenza di Dna mitocondriale nella traccia e la possibilità di contaminazioni. Bossetti ha sostenuto che il Dna trovato sulla vittima non potesse appartenere a lui, in quanto privo di una parte del Dna mitocondriale, ma la genetista ha chiarito che tale assenza può essere spiegata facilmente: il Dna mitocondriale di Bossetti sarebbe stato "mascherato" dalla grande quantità di Dna mitocondriale proveniente dal corpo in decomposizione di Yara. In sostanza, il Dna della vittima ha sovrastato quello di Bossetti, creando un’illusione di assenza di traccia. Le accuse di contaminazione, sollevate anche in relazione all'uso di kit di laboratorio scaduti, sono state rispedite al mittente dalla genetista: "Se il kit non funziona, non restituisce alcun risultato, ma non può alterare il Dna". Per Baldi, quindi, il Dna trovato sugli indumenti di Yara non è frutto di contaminazioni, né tantomeno di errore laboratoristico. La verità è chiara e non lascia spazio a teorie alternative. Infine, la genetista ha escluso categoricamente l'esistenza di un "Ignoto 2", ovvero la possibilità che un'altra persona, diversa da Bossetti, abbia lasciato la traccia genetica su Yara. La contaminazione in questo caso è praticamente impossibile, e la validità della traccia attribuita a Bossetti è confermata da tutte le analisi. Un’altra puntata del Belve Crime che, a quanto pare, ha lasciato pochi dubbi sul caso Bossetti. Le dichiarazioni di Marina Baldi offrono una visione scientifica che mette in discussione tutte le ipotesi difensive finora avanzate, confermando l'unica verità possibile: Bossetti è il responsabile della morte di Yara Gambirasio.
