Filippo Turetta, che ha ucciso con 75 coltellate la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato condannato all’ergastolo. La Corte d'Assise di Venezia ha pronunciato la sentenza dopo cinque udienze, ritenendo il ventiduenne colpevole di omicidio pluriaggravato, occultamento di cadavere e porto d'armi. Escluse le aggravanti di crudeltà e stalking. La Corte d’Assise inoltre ha disposto un risarcimento di 500mila euro al padre di Giulia, Gino Cecchettin, 100mila ciascuno ai fratelli Elena e Davide e 30mila ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 90 giorni.
Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo proprio come chiesto dalla Procura. Questa la sentenza della Corte d'Assise di Venezia nei confronti del ragazzo reo confesso di aver ucciso Giulia. La famiglia della vittima, giorni fa, aveva commentato l’arringa difensiva di Giovanni Caruso, legale di Filippo Turetta, che aveva tentato di porre l’accento sulla possibile "mancata premeditazione" del delitto: “Non sono per il perdono, non perdonerò mai chi ha ucciso mia nipote e non perdonerò mai chi fa del male alle donne. Ha detto che non se la sente di chiedere scusa nell'interrogatorio in aula, ma bisogna anche provarci a farlo. Ha ucciso con crudeltà, nel tragitto verso Fosso' aveva modo di tornare indietro, non l'ha fatto ed è stato veramente crudele. Comunque Filippo per me non esiste, non ho niente da dirgli. Come ha detto mio cognato Gino, prima dell'omicidio di Giulia non eravamo coscienti della violenza sulle donne, si 'assaporava' la disgrazia e si girava la pagina del giornale. Ora bisogna farsi delle domande, sono contento che Gino abbia intrapreso la strada della Fondazione e lo sosterrò".