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Omicidio Liliana Resinovich, LE TELEFONATE SOSPETTE del marito Sebastiano prima del ritrovamento: la notte del 31 dicembre Visintin forse si è disfatto del corpo della moglie nel boschetto? La TESTIMONE: “Il mio cane l’aveva fiutata perché…”

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

25 aprile 2025

Omicidio Liliana Resinovich, LE TELEFONATE SOSPETTE del marito Sebastiano prima del ritrovamento: la notte del 31 dicembre Visintin forse si è disfatto del corpo della moglie nel boschetto? La TESTIMONE: “Il mio cane l’aveva fiutata perché…”
Il video che mostrerebbe Liliana Resinovich uscire di casa con la spazzatura è stato da sempre la chiave di volta del caso. Ma se quella donna non fosse lei? Il giornalista Pino Rinaldi sul settimanale Giallo parla dei dubbi, delle contraddizioni e di un’analisi forense che stanno aprendo a uno scenario completamente diverso: quello di un omicidio costruito a tavolino. E che ora rischia di crollare…

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

C'è un prima e un dopo nel caso di Liliana Resinovich, e quel confine sottile potrebbe stare tutto in una manciata di telefonate e nella direzione presa da un cane, il 31 dicembre. Mattino 5 torna sul caso, e stavolta la lente si ferma su una sera convulsa: quella del 30 dicembre, pochi giorni prima che il corpo di Liliana venisse trovato in un boschetto, dentro due sacchi neri. Al centro, ancora lui: Sebastiano Visintin, il marito. Quella sera riceve una chiamata alle 19:01 da un apicoltore, poi si sposta per incontrarlo. Alle 21:20 arriva una nuova telefonata: è il figlio, che dice di aver avuto un guasto all’auto. Sebastiano inizia a cercare una corda. Prima chiama la vicina Gabriella alle 21:28. Poi, inspiegabilmente, chiama un amico della Carnia, a più di 100 chilometri di distanza, alle 21:42. Lo risentirà altre due volte, alle 22:37 e 22:44. Tutte chiamate brevi. Poco chiare.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich
20250407 141359927 5720

Ora quell’amico verrà sentito in Procura. Come già successo con Jasmina, l’albergatrice che ricevette Sebastiano nei giorni seguenti. Gli inquirenti vogliono capire: che succede davvero la notte del 30 dicembre? E cosa stava facendo Sebastiano in quelle ore? Nel frattempo spunta una testimonianza che potrebbe spostare tutto. Una donna racconta che il 31 dicembre, verso l’una e mezza, il suo cane – addestrato alla ricerca – si è comportato in modo strano. In sei anni mai aveva deviato dal percorso. Quel giorno invece ha tirato verso il boschetto. “È come se volesse portarmi lì”, racconta. Il sospetto è forte: Liliana era già lì, morta, il 31 dicembre. La testimone è convinta: se fosse stata lì da giorni, tra cani liberi e padroni distratti, qualcuno l’avrebbe trovata prima. E così si restringe la finestra temporale del delitto. Non il 14, non il 5. Forse la notte tra il 30 e il 31 dicembre. Proprio quella delle telefonate confuse, degli amici lontani chiamati senza motivo, e di un marito che continua a dire di non saperne nulla.

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
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