Nell'ultima puntata di Quarto Grado l'attenzione si è concentrata su uno degli aspetti più controversi e cruciali nell’indagine sulla morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste il 5 gennaio 2022: le formazioni pilifere trovate sul corpo e all’interno dei sacchi in cui è stata rinvenuta. A scatenare il dibattito sono stati i dubbi legati alla possibile contaminazione delle prove. Le immagini diffuse durante il programma mostrano infatti operatori senza cuffia nei primi sopralluoghi e nelle fasi iniziali di analisi, sollevando perplessità sulla validità delle tracce. L'esperta intervenuta in studio ha sottolineato che i capelli e i peli, sebbene contengano tracce di Dna nucleare, spesso non sono sufficientemente ricchi da consentire un’identificazione genetica completa, soprattutto se il bulbo non è integro. In molti casi, il materiale prelevato risulta insufficiente per risalire a un profilo genetico affidabile. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata di rivedere il caso, ha proposto l’utilizzo di una tecnologia avanzata, il Next Generation System (NGS), un metodo che consente di analizzare il Dna mitocondriale anche partendo dal fusto del capello, senza necessità del bulbo.


Tuttavia, come spiegato nel programma, questa tecnologia non è ancora ufficialmente validata per l’uso in procedimenti legali, sebbene Polizia di Stato e Carabinieri siano attrezzati per utilizzare il sistema. Se i risultati dovessero risultare affidabili, potrebbero essere comunque inseriti nel procedimento, accompagnati da un percorso sperimentale che ne dimostri la validità. Sebbene il Dna mitocondriale non permetta un’identificazione univoca, potrebbe comunque rivelarsi utile per escludere o confermare sospetti, in particolare grazie all’analisi di caratteristiche come il colore, la lunghezza e la struttura delle fibre pilifere. Particolare attenzione è stata poi posta su alcuni peli incolori, "diversi dagli altri", rinvenuti con tracce di bulbo: un dettaglio che potrebbe diventare cruciale per fare luce su quanto accaduto. Nonostante le difficoltà tecniche e i limiti processuali, Quarto Grado ha rimarcato come ogni pista debba essere seguita con determinazione. La speranza è che le nuove analisi possano finalmente avvicinare gli inquirenti alla verità, tanto dolorosa quanto attesa.

