È attesa per domani, 25 febbraio, la decisione sul futuro di Chiara Petrolini, la 22enne di Traversetolo accusata di omicidio e soppressione di cadavere dopo il ritrovamento dei corpi dei suoi due neonati seppelliti nel giardino della villetta di famiglia a Vignale. L’udienza in Corte di Cassazione, che vedrà protagonista il ricorso del suo legale contro la decisione del Riesame di trasferirla in carcere, segnerà una nuova tappa di una vicenda che ha scosso l’intera opinione pubblica italiana. Chiara, arrestata a settembre dello scorso anno, si trova attualmente agli arresti domiciliari. Tuttavia, la Procura di Parma ha contestato questa misura, ritenendo che la giovane debba essere detenuta in una struttura penitenziaria. La tesi del procuratore capo Alfonso D'Avino, secondo cui Chiara sarebbe pericolosa e potrebbe compiere altri crimini, ha trovato accoglimento nel tribunale del Riesame di Bologna, che a ottobre aveva disposto il suo trasferimento in carcere. Tuttavia, il ricorso presentato dall’avvocato Nicola Tria, che difende la Petrolini, ha congelato momentaneamente l’esecuzione del provvedimento.
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Ora, la Cassazione è chiamata a decidere se confermare i domiciliari o disporre il carcere per la giovane, accusata di aver partorito in segreto due bimbi, uno il 12 maggio 2023 e l’altro il 7 agosto 2024, per poi seppellirli senza che nessuno, nemmeno i familiari e il suo ex fidanzato, sapessero nulla. La Procura aveva chiesto il carcere fin dall’inizio, ma il Gip aveva optato per gli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con chiunque tranne i genitori e i conviventi. La pericolosità di Chiara, per la Procura, risiederebbe proprio nella sua capacità di agire in segreto e di nascondere le sue azioni, facendo temere che possa ripetere quanto fatto in passato. Nonostante il silenzio mantenuto dagli interrogatori, dove Chiara ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, l’indagine ha continuato a progredire. La sua posizione resta delicata e la decisione di domani potrebbe portare a un cambiamento importante nelle indagini. Se la Cassazione confermerà il carcere, la giovane dovrà affrontare il processo in regime di detenzione, altrimenti rimarrà agli arresti domiciliari, sempre sotto il controllo di chi, secondo la Procura, non sarebbe stato in grado di accorgersi di nulla.
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