Al via l'incidente probatorio per l'analisi dei dispositivi elettronici legati alla morte di Pierina Paganelli. È trascorso quasi un anno, il prossimo 3 ottobre, dal delitto in cui la 78enne è stata uccisa nell'androne del garage del condominio di via dei Ciclamini a Rimini. Stando a quanto stabilito dagli inquirenti, la chiave per il risolvere il mistero della morta della donna potrebbe nascondersi all’interno della memoria di un telefono. Il gip Vinicio Cantarini ha conferito l'incarico al consulente tecnico per analizzare i dispositivi sequestrati: smartphone, orologi digitali, pc e tablet appartenenti a Louis Dassilva. Apparecchi elettronici che, a quanto pare, potrebbero contenere informazioni importanti per la risoluzione del caso.
Oggetto d’attenzione soprattutto i messaggi scambiati da Louis Dassilva con la nuora della vittima, Manuela Bianchi. Che, ricordiamo essere l’amante dell'unico indagato per la morte di Pierina. L’obiettivo delle analisi è quello di stabilire se nel tempo ci siano stati o meno dei tentativi di distruggere prove come messaggi o altro. cancellare sms o altre prove. Riario Fabbri, legale dell’indagato, ha parlato dei tempi di attesa necessari per i risultati degli esami: “Verranno nominati dei periti e si andrà a delineare prima il quesito da porre a questi periti. Le tempistiche appaiono lunghe". Verranno attenzionati foto, video, la cronologia delle ricerche su internet, chat di Whatsapp, Messenger, Instagram e Telegram. Non solo, verranno analizzate anche le app che calcolano i passi, la velocità, i battiti del cuore e le distanze.