Il confronto tra Valeria Bartolucci e Manuela Bianchi, ieri sera ospiti nella trasmissione Mediaset Quarto Grado ,si è giocato non solo sul piano delle parole, ma anche e soprattutto su quello del linguaggio del corpo, dove ogni gesto, ogni espressione, è diventato un tassello fondamentale. Due donne, due stili di comunicazione non verbale distinti, ma ugualmente finalizzati al proprio obiettivo: perorare la propria causa. Valeria, moglie di Louis Dassilva, si è presentata in collegamento con una postura leggermente rigida: spalle tese, busto eretto, come se avesse voluto costruire intorno a sé una barriera invisibile. Ogni suo movimento è risultato misurato, quasi calcolato, dando un'immagine di compostezza e autocontrollo. È stato evidente che abbia cercato di mantenere una posizione difensiva o di controllo su se stessa, forse per non lasciare spazio a fraintendimenti o per evitare di formalizzare pensieri troppo diretti. Diciamo così.
Il suo volto è stato un mosaico di emozioni trattenute: mentre la bocca è rimasta serrata o si è arricciata leggermente, come se avesse trattenuto parole o sentimenti, gli occhi sono brillati dell’ ironia interna che la contraddistingue. Questo contrasto tra la rigidità della bocca e l'espressività degli occhi ha suggerito una dualità interessante: da un lato, Valeria è apparsa tesa, forse triste; dall'altro, non è sembrato mancare di una certa sfida. Dall'altra parte, Manuela, la nuora di Pierina che era ospite in studio, ha adottato una postura completamente diversa: aperta, rilassata, con le spalle dritte e il busto inclinato in avanti, come se avesse voluto occupare lo spazio e affermare la sua presenza in modo deciso. I suoi movimenti sono stati fluidi e deliberati, le mani hanno accompagnato le parole con gesti assertivi che sembravano voler rimarcare il controllo che esercitava sulla situazione. Sul volto, un sorriso enigmatico ha suggerito più volte sicurezza, forse anche un senso di superiorità o sfida. Ma è stato nei dettagli che si è svelato qualcosa di più interessante: quando Manuela ha spiegato il motivo per cui aveva paura di essere arrestata, ha tirato fuori la lingua e si è leccata la bocca.
Un gesto che, nella lettura comportamentale, combinato al movimento delle mani, potrebbe aver suggerito che stesse nascondendo qualcosa, o che tentasse di apparire diversa da ciò che realmente era. La diatriba tra le due donne, dunque, si è giocata non solo a livello di contenuto verbale, ma anche attraverso una continua danza di segnali non verbali, dove ogni micro-espressione, ogni gesto, è diventato parte di una battaglia psicologica per il controllo e l’affermazione. Valeria ha cercato di controllare, ma nemmeno troppo, il suo pensiero, mentre Manuela ha cercato di dominare l'interazione, di avere il controllo sugli altri presenti. Il loro scontro, in questo senso, è stato emblematico di come il linguaggio del corpo abbia potuto rivelare molto di più delle semplici parole, suggerendo dinamiche di potere, tensione, e sfida che altrimenti sarebbero rimaste nascoste. Una cosa è certa. Valeria, ancora una volta, ha dimostrato pubblicamente la sua resilienza e una proprietà di linguaggio da fare invidia a molti.