Manuela Bianchi non sarà parte civile a processo contro Louis Dassilva. Lo hanno detto i legali dei familiari di Pierina Paganelli, che hanno evidenziato la correttezza della decisione: “Ha agito correttamente”. “La sua decisione”, hanno proseguito Monica e Marco Lunedei, “permetterà di avere un processo più tranquillo”. Ieri lunedì 23 giugno comincia l'udienza preliminare odierna contro il trentacinquenne senegalese accusato di aver assassinato a coltellate la donna il 3 ottobre del 2023 in via del Ciclamino. Udienza presieduta dal giudice Raffaele Deflorio, in cui si deciderà sul rinvio a giudizio di Dassilva. Louis si trova in carcere dal 16 luglio scorso: è l'unico imputato dell'omicidio, mentre Bianchi risulta indagata per favoreggiamento. Manuela è assistita dall'avvocato Nunzia Barzan e dal consulente legale Davide Barzan. Sono invece 14 i congiunti di Pierina che oggi si costituiranno parti civili: i tre figli Giuliano (il coniuge di Manuela), Giacomo e Chiara e consorti, nipote e fratelli della defunta.

“La famiglia di Pierina approva la decisione di Manuela di mantenersi distante dal procedimento. È una scelta onorevole. Manuela ha ammesso di aver commesso un errore, ha tentato di rimediare confessando dopo un anno e mezzo i fatti che aveva celato fino a quel momento per proteggere il presunto assassino”, hanno detto ancora i legali, “La sua decisione di non costituirsi parte civile garantirà il sereno andamento del processo, evitando le speculazioni mediatiche connesse alla sua persona”. I parenti di Pierina invece “si costituiscono parti civili perché desiderano essere presenti in aula al procedimento, per amore di giustizia e verità”. Come stabilito dalla legge, i familiari presenteranno anche una domanda di risarcimento, che nel caso specifico supererà i due milioni di euro. Eppure la famiglia sa che “qualora fosse accertata la colpevolezza, non dispone di risorse economiche”. Gli avvocati hanno concluso dicendo che non cercano soldi, “ma soltanto la verità”.
