La morte di Pierina Paganelli, 78 anni, brutalmente assassinata con 29 coltellate, è diventata un vero e proprio enigma, avvolto in una complessità tale da sembrare la trama intricata di una serie televisiva. Ma questa non è finzione. La realtà che si sta svelando, giorno dopo giorno, tanto in Procura a Rimini quanto sulle prime pagine dei giornali, è ben più contorta e drammatica di qualsiasi sceneggiatura. E, come spesso accade nei casi che scuotono l'opinione pubblica, non manca la divisione tra chi è pronto a scommettere sull'innocenza di Louis Dassilva, l'unico indagato e detenuto in regime di custodia cautelare in carcere, e chi, al contrario, lo ritiene colpevole senza ombra di dubbio. Lui, anche secondo chi indaga, ha tolto la vita. In questa vicenda, un ruolo centrale lo gioca Valeria Bartolucci, la moglie di Louis Dassilva, che non è solo la sua testimone più preziosa, ma anche la sua più strenua sostenitrice. Valeria non è solo l’alibi di Louis per quella tragica sera; è la voce ferma e decisa che continua a ribadire, contro tutto e tutti, che l’uomo che ama non può essere il mostro descritto dai media. La moglie del senegalese si è concessa ieri in una lunga intervista ai microfoni di Pomeriggio Cinque news.
"Alle 22.13 era sul divano con i piedi sul cuscino", ha dichiarato senza esitazione, "E non posso dire se ho mai dubitato, perché dovrei dire che dubito di quello che ho visto con i miei occhi". Parole che pesano come macigni, soprattutto perché pronunciate con una convinzione che non ha mai vacillato, nonostante le pressioni e le accuse. Eppure, Valeria avrebbe avuto più di un motivo per ritrattare. Tradita dall'amica e dal marito, avrebbe potuto scegliere di fare un passo indietro, di lasciarsi travolgere dal dubbio. Più o meno presunto. Ma non l'ha fatto. Ha preferito mantenere fede non solo a ciò che crede, ma a ciò che sa. È evidente che la sua difesa non è basata solo sull'amore o sulla fiducia cieca, ma su una convinzione radicata nella realtà che ha vissuto e osservato quella sera. Gli investigatori, nel frattempo, sembrano concentrati su un’unica certezza: Louis Dassilva era presente sulla scena del crimine. Questa convinzione si fonda su un singolo frame catturato dalle telecamere di sicurezza, un'immagine che è lontana però dal superare l’oltre ragionevole dubbio. Ma, come sottolineato da più parti, non solo quelle della difesa, quel frame, per quanto indiziante, non è sufficiente per incastrare qualcuno con certezza sulla scena di un delitto. Davvero troppo poco. C’è poi la questione del Dna, il vero ago della bilancia in questa vicenda sanguinaria. Se il profilo genetico isolato dai reperti del garage corrisponderà a quello di Louis, le carte in tavola potranno ancora una volta chiamare. Qualunque sia la direzione. Altrimenti, si aprirà una nuova fase, ricca di colpi di scena e ribaltamenti di fronte.
"Rimango accanto a lui fino all'ultimo grado di giudizio, non si abbandona una persona in un momento come questo", ha ribadito Valeria, ricordando a tutti che il cammino verso la verità è ancora lungo e tortuoso. La donna non si limita a credere nell’innocenza di Louis. Lei, da quel che emerge, sa che è innocente perché la sua esperienza diretta e la sua percezione lo confermano. Ancor più nel dettaglio, Valeria non difende il marito solo per amore, ma perché nella realtà, almeno in quella da lei ricostruita, non è lui l’assassino. Non si può certo darle torto. Quantomeno in assoluto. Da un lato cresce l’attesa per l’udienza del 9 settembre presso il Tribunale della libertà che dovrà decidere se scarcerare o meno l’unico indagato. Dall’altro, resta una domanda che continua a tormentare chiunque segua questo caso: cosa accadrà se il profilo genetico repertato in via del Ciclamino non confermerà la ricostruzione degli investigatori? Questa vicenda, forse ancora lontana dal risolversi, ci ricorda che, al di là delle evidenze scientifiche, esistono sfumature e convincimenti personali. Testa e cuore diceva qualcuno. La verità, in tutta la sua complessità, potrebbe essere ancora lì fuori, nascosta tra i dettagli, le testimonianze, e i segreti di una notte che nessuno dimenticherà facilmente. Una certezza appare però non superabile: Valeria resta a fianco di Louis. E questo non è poco. Perché non si limita a sostenerlo, ma lo fa con argomentazioni precise che afferma di aver osservato quella sera. Fino a che punto la percezione individuale può offuscare o illuminare la verità?