Nessun sospettato per l’omicidio di Sharon Verzeni, solo una lunga lista di scagionati prima facie, dopo poche ore o istantaneamente: mancanza di prove, nessuna telecamera, niente di anomalo. I carabinieri stanno raccogliendo nuove testimonianze, ma le persone presenti quella sera, almeno per ora, risultato essere pochissime. Sicuramente un ciclista, di cui ora gli inquirenti potrebbero conoscere il nome. Correva in bici in via Castegnate, la stessa dell’omicidio, ma sarebbe al massimo un’altra persona da ascoltare più che un possibile sospettato. Se questa ricostruzione dovesse essere confermata, non resterebbe nessuno. Per questo iniziano ad aggiungersi storie di contesto. Tra queste quella del proprietario di un chioschetto in piazza dei Martiri. L’uomo racconta prima alla polizia e poi al Corriere della Sera quel che avrebbe notato di strano a Terno d’Isola, una cittadina nel bergamasco che lo stesso sindaco Gianluca Sala ha ripetuto essere “sprovvista” di persone violente. Eppure qualcuno ha ucciso Sharon. Una città senza assassino, una vittima senza arma del delitto e una pagina vuota di sospettati. Ma ora i carabinieri potrebbero valutare l’ipotesi del negoziante di piazza dei Martiri: l’assassino potrebbe essere uno spacciatore della zona?
“Saranno una decina, in gran parte marocchini. Fanno sempre un gran casino e sono veloci di lama. Per qualche giorno non li ho più visti, ma pian piano stanno tornando. Tutti, tranne uno. Non si vede da settimane”. Lo spaccio, riporta il Corriere, è un fenomeno endemico a Terno d’Isola e inutile negare che questo comporti l’aumento dei livelli di violenza e aggressività. Ma cosa c’entra uno spacciatore con Sharon? Forse, come sostenuto dal fidanzato Sergio Ruocco, che nel frattempo è tornato a lavorare, la vittima potrebbe essere stata scambiata per un’altra persona. O, più semplicemente, si potrebbe essere trattato di un tentativo di furto andato a male. Sicuramente l’attenzione ora rivolta al mondo dello spaccio ha fatto sì che il negoziante ascoltato dalle forze dell’ordine ricevesse minacce e avvertimenti: “Mi hanno detto: ‘Sei un infame, perché non ti fai i caz*i tuoi’. Avevano visto i carabinieri in borghese in negozio”. Gli inquirenti stanno effettivamente vagliando questa nuova possibilità, ancora di più ora, a distanza di così tanti giorni dal delitto e in assenza di qualsiasi altra ricostruzione attendibile - tranne quella del ciclista, che per ora chi indaga continua a escludere dalla lista dei sospettati - che permetta di identificare altri possibili sospetti. Persino la pista di Scientology non sembra più solida. Secondo il datore di lavoro di Sharon, anche lui legato al mondo del gruppo religioso, la ragazza avrebbe aderito volontariamente ad alcune iniziative e i versamenti a favore dei gruppi locali non erano cospicui e non sarebbero stati forzati. Inoltre Sharon si era appena avvicinata a Scientology e quindi è difficile presumere che potesse già avere avuto delle frizioni.