Nuovo sopralluogo dei Ris nella villetta di via Pascoli a Garlasco, dove 18 anni fa venne uccisa Chiara Poggi. Questa mattina i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche si sono recati nuovamente nella casa teatro dell’omicidio, con l’obiettivo di effettuare una complessa attività tecnica di rilievo. Con laser, scanner e droni, gli investigatori stanno eseguendo un lavoro di ricostruzione tridimensionale dell’abitazione. L’intento è quello di “ricostruire le traiettorie delle tracce di sangue”, come spiegano fonti vicine all’indagine. L’intervento, a quanto si apprende, non è stato frutto di un’iniziativa improvvisa, ma fa parte di un'attività già pianificata da tempo. Il sopralluogo, infatti, “sarebbe stato notificato alle parti già da tempo”.
Le operazioni rientrano nel nuovo filone d’indagine coordinato dalla Procura della Repubblica di Pavia, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano. Al momento, l’unico indagato in questa nuova fase è Andrea Sempio. L’avvocato Francesco Compagna, uno dei legali della famiglia Poggi, ha dichiarato: “C'era stato comunicato questo accertamento, ci è stato presentato come una ispezione dei luoghi e noi non abbiamo titolo a partecipare, essendo una attività della Procura”. Il legale ha poi aggiunto che, secondo quanto si è potuto apprendere, “i carabinieri effettueranno misurazioni, rilevazioni per ricostruire la scena del crimine, comprese le traiettorie delle tracce di sangue”. Esclude invece che si tratti di un recupero di prove materiali: “È difficile, infatti, essendo passati 18 anni, che si tratti di una ricerca di oggetti o materiale biologico dell'epoca”. Con questo sopralluogo, la Procura sembra voler fare piena luce sugli elementi tecnico-scientifici, alla luce delle nuove ipotesi investigative. Una revisione avanzata della scena del crimine che potrebbe riaprire interrogativi mai del tutto sopiti.

Questo tipo di analisi avanzata delle tracce di sangue, resa possibile dalla tecnologia laser, scanner 3D e droni, non si limita a ricostruire la dinamica dell’omicidio, ma può anche offrire elementi fondamentali per determinare quante persone erano presenti sulla scena del crimine e come si sono mosse. Studiare in dettaglio la forma, l’orientamento e la distribuzione delle macchie ematiche consente agli esperti di comprendere la posizione della vittima e dell’aggressore, la direzione e la forza dei colpi, ma anche eventuali movimenti simultanei incompatibili con un solo autore.
Ad esempio, tracce che mostrano impatti da direzioni opposte, colpi arrivati da angolazioni molto diverse, o una scena troppo complessa e rapida per essere stata gestita da una sola persona, possono far emergere il dubbio che ci sia stato più di un aggressore. Allo stesso modo, differenze di altezza nelle traiettorie del sangue potrebbero suggerire la presenza di soggetti con fisicità differenti, e quindi più di un individuo coinvolto.
Naturalmente, questi dati non bastano da soli a stabilire con certezza la responsabilità multipla, ma rappresentano un tassello tecnico fondamentale in un mosaico investigativo più ampio, che comprende anche DNA, testimonianze, celle telefoniche e altri elementi probatori. In questo senso, la nuova attività dei Ris nella villetta di Garlasco potrebbe aprire scenari investigativi inediti, aiutando a verificare o confutare ipotesi rimaste in sospeso per quasi due decenni.
