Corona, come promesso, spara la seconda parte di Falsissimo su Garlasco. Incontra il supertestimone, “Che non è super, lo trovi tutti i giorni a Garlasco perché non ha un caz*o da fare. Se ne sta lì con la tuta da 2 euro e le calze a fumare la sigaretta e a bere il bicerin de vin”. Poi va in negozio da Andrea Sempio, lo fa scappare nello sgabuzzino e lo insegue in auto fino a casa, finché i carabinieri non allontanano Corona. Ma la parte più interessante arriva qui, quando si parla degli esorcismi al santuario della Bozzola. Corona, con la sua lavagnetta, prova a unire i puntini. Introduce l'argomento con l'articolo uscito su Repubblica, in cui si parlava dei due piccioni di Chiara Poggi e dei cinque numeri in rubrica, tutti ricollegati allo zio Ermanno Cappa. Il testimone trovato a Garlasco spara alcune assurdità che costringono perfino lo stesso Corona a dissociarsi, come ammette lui stesso: “È la prima volta che lo faccio in vita mia”. Secondo lui, la madre delle sorelle Cappa, nonché zia di Chiara Poggi, avrebbe avuto una relazione col padre di Alberto Stasi, e aggiunge che, sempre secondo lui, la povera vittima avrebbe avuto una relazione con lo zio. “Tutti vorrebbero diventare protagonisti di questa storia, inventandosi l'impensabile”, ammette Corona, cercando di arrivare in fondo a questa traccia. “Sappiamo che Chiara Poggi aveva due telefoni, sappiamo che considerava lo zio come Dio in terra, sappiamo che aveva cinque numeri di telefono, sappiamo che le gemelle soffrivano questa relazione”, aggiunge. Ma arriviamo a don Gregorio Vitali, del santuario, tramite l'avvocato Lovati, quello di Sempio, ma che ai tempi aveva difeso in primo grado i due rumeni che avevano ricattato il prelato. Gli stessi rumeni avrebbero confessato a Lovati che nel santuario non si praticavano soltanto esorcismi, ma anche atti di pedofilia. Ma non solo: il prelato avrebbe anche vantato di essere una sorta di terapetuta sprituale per suicidi e anoressia. Cosa che, secondo Corona, lo legherebbe a Paola Cappa, la quale soffriva di anoressia e aveva tentato il suicidio. Inoltre, sempre la stessa gemella avrebbe confessato spontaneamente, durante un interrogatorio, di essere stata abusata.

“Qui”, riprende Corona, “Mi arriva la telefonata di una cara amica. Una figh*ttina, milanese doc. Mi dice che dal 2016 al 2018 ha frequentato Maria Rosa Poggi, mamma delle gemelle. In questa telefonata ci sono tre cose fondamentali. La mamma delle gemelle la invita più volte a partecipare a una messa particolare al santuario della Bozzola, e quando arriva è evidente che tutti conoscono la famiglia Cappa”. La seconda è che, in seguito, la signora avrebbe avuto un pranzo con la signora Poggi e la figlia Paola, durante il quale la zia di Chiara le avrebbe chiesto il numero di un osteopata. La terza è che, in seguito, dopo che la Poggi aveva perso questo numero e che l'amica di Corona si era dimenticata di rimandarglielo, dopo richiesta, Paola Cappa le avrebbe scritto insulti gravissimi su Facebook: “Putt*na, devi morire, fai schifo”. La signora dice di aver conservato tutte le chat. Corona ricorda che Paola Cappa aveva avuto la stessa reazione con Chiesa Soprani, e conclude: “Mancato controllo della rabbia”. La stessa Paola che, quando Corona raggiunge Ermanno Cappa a Milano per intervistarlo, si vede fuggire dalle telecamere come aveva fatto Sempio.

Di certo non basta a creare un profilo psicologico, ma nell'attuale carosello di opinioni questo ancora non c'era. Per chiudere, Corona manda in onda in versione integrale, nella parte a pagamento, l'intero dialogo con Ermanno Cappa, spiegando che, per gli ascoltatori più attenti, le informazioni ci sono. Noi non possiamo trarre conclusioni, né vogliamo rovinare il Cluedo a Corona. Basti sapere che il dialogo è sereno, anche se visibilmente teso. Corona le prova tutte, ricordando le ultime accuse e tutto ciò che potrebbe mandare la figlia dell'avvocato sul banco degli imputati. Ricorda, come sempre, di essere stato in galera, parla di prove e testimoni. Ermanno Cappa, dal canto suo, appare insofferente, e continua a ripetere che le ultime prove sono “tutte cagate” sollevate da un “branco di cogli*ni”, afferma che la gente non sa di cosa sta parlando, che gli oggetti poi ritrovati nel canale dragato a Tromello potrebbe averli buttati qualcun altro, che non ha letto gli atti del processo ma che ha perso una nipote, e che non ha ancora rilasciato dichiarazioni pubbliche perché lo farà soltanto quando sarà ora. Il gioco continua: a chi tocca?
