Alberto Stasi condannato in Cassazione, Andrea Sempio indagato dopo 18 anni, la pista dello scandalo sessuale, il ruolo dei familiari e delle gemelle Cappa. Un rebus sempre più complesso quello costruito intorno al delitto di Garlasco. I dubbi su come siano state svolte le indagini sono ormai frequenti. E c’è quella borsetta di Chiara Poggi fotografata il 13 agosto 2007, che non venne repertata e che sembrava scomparsa nel nulla. Forse rubata per nascondere delle prove. Sono i genitori della vittima a parlarne. Intervistati da Studio Aperto, hanno mostrato la borsetta: “In diversi quotidiani c’erano articoli che parlavano della borsa di Chiara rubata”, ha detto Giuseppe Poggi, “ce l’abbiamo avuta sempre noi”. Rita Preda aggiunge: “Ci è stata restituita dai carabinieri qualche giorno dopo il 13 agosto, quando eravamo nella casa di Gropello. Poi in quella casa c’è stato un furto ma la borsa non è stata rubata”.


“La chiariamo subito (la questione, ndr) così non ci fanno programmi televisivi sulla borsetta e i segreti che conteneva”, dice ancora Giuseppe Poggi. E sull’ipotesi di un collegamento con le vicende riguardanti il Santuario della Madonna della Bozzola: “Chiara ci andava il lunedì di Pasqua”. E la madre: “Mia figlia non frequentava le Bozzole”. I genitori della vittima escludono quindi legame con l’inchiesta del 2014, nonostante gli inquirenti vogliano visionare gli atti. Infatti, Chiara Poggi aveva fatto delle ricerche online sul Santuario. Ancora, comunque, non c’è niente di concreto. Le storie e le ipotesi di moltiplicano: “A momenti ci sono più testimoni che abitati a Garlasco”, chiude il padre. Il 17 giugno comincerà l’incidente probatorio in cui verranno analizzati i materiali genetici scoperti sotto le unghie della vittima, così come – se possibile – l’impronta che per gli investigatori appartiene ad Andrea Sempio. I legali di Alberto Stasi, infatti, sostengono che la tonalità accesa della “papillare 33” indichi la presenza di sangue.

