Chi ha ucciso Chiara Poggi? Via col televoto. Non è vero, ma poco ci manca. La riapertura mediatica del caso di Garlasco ha trasformato una tragedia in un reality giallo, come se l'ultimo passo ragionevolmente possibile sia lasciar decidere il colpevole al pubblico da casa. Il livello di caciara è altissimo. Il contegno e l'indagine vengono meno, lasciando il passo alla baggianeria dell'opinione. Una sorta di Eurovision del crimine, pacchiana e sopra le righe, che quasi ci si stupisce del fatto che non sia ancora partito un Fantagarlasco, né che i siti di scommesse, nemmeno gli inglesi, abbiano aperto delle quote su chi sia il killer. La colpa non è certo di Gianluigi Nuzzi, che è sempre serio, inamovibile e corretto, ma a guardare una puntata di Quarto Grado su Garlasco ci si sente più confusi che persuasi, come se gli ospiti in studio stessero commentando l'uscita di Antonella Mosetti dall'Isola, anziché la scena di un crimine. Andrea Sempio si è davvero appoggiato al muro con la mano, salendo fino al terzo gradino, oppure ha battuto il pollice contro il muro senza motivo? Lo scontrino senza targa, di chi era davvero, di Sempio o di sua mamma? Il bigliettino con la semiconfessione, esiste davvero? Perché quel post su Facebook con il Piccolo Principe? La pedopornografia, i filmati intimi mandati via mail, le cartelle protette da password sul Pc, i rumeni, il sicario, Alberto Stasi perché no, l'oratorio, gli esorcisti, gli abusi. Il Sesso, con la S maiuscola, è la grande attrattiva. L'unico vero argomento in cui si cerca di rintracciare il movente. Eros e Thanatos. Sigmund Freud sarebbe incollato alla televisione, 24 ore su 24.

Gli ospiti di Quarto Grado sono tanti: Luciano Garofano, Massimo Picozzi, Carmelo Abbate, Umberto Brindani, Marco Oliva, Angela Taccia, Massimo Lovati e poi ancora. Ma, attenzione, non si vuole mettere sotto critica la loro competenza né la loro professionalità. Il problema è quasi filosofico: in attesa della verità, che può arrivare solo dalle prove e in sede giudiziaria, ci può essere soltanto opinione. Ognuno esprime il proprio punto di vista, et voilà la spiegazione: sono tutti in studio nella veste di opinionisti. Da cui la caciara o, a voler essere più drastici, la fuffa. Complice anche la fuga di notizie e di indiscrezioni che sarebbero dovute rimanere in mano agli inquirenti. Ma questo, nel contesto di un caso praticamente riaperto da una trasmissione televisiva come Le Iene, non stupisce più di tanto. A maggior ragione dopo che Giallo, settimanale crime-scandalistico, ha peggiorato le cose.

I sintomi della caciara: Massimo Lovati, avvocato di Sempio, complica ulteriormente la trama. “Più che un killer, visto che tutti gli assassini sono killer, è stato un sicario. il sicario è una figura singolare, è uno che viene assoldato da qualcun altro per eliminare un personaggio scomodo”. Chiara Poggi era scomoda: rispetto a chi, e perché? Ma soprattutto, scomoda al punto da assoldare un killer misterioso? “Prima di tutto era un omicidio senza movente, perchè girandoci attorno non troviamo un movente sufficiente nè per Stasi nè per Sempio, nè per nessun’altro, un movente sufficiente a commettere un omicidio di questo genere. Perchè il sicario? Perchè quando un omicidio è senza movente la letteratura criminologica ricorre alla figura del sicario”. Questo è ancora più inspiegabile: se non si capisce il movente, a quale titolo bisogna ipotizzare un movente ancora più grande e tale da giustificare l'ingaggio di un assassino professionista? Secondo Lovati questo spiegherebbe anche l'ondata di suicidi a Garlasco, “fra cui uno, sensazionale, di quel Ferri che viene trovato sgozzato, con le vene tagliate, in un cunicolo della città, senza trovare il coltello col quale si sarebbe suicidato, poi c’è quell’altro impiccato”. Di più: “Stasi è una pedina, copre degli altri, dice solo un sacco di bugie. Questa non è una ipotesi fantasiosa, meglio in galera che sotto terra”. Gli altri in studio aprono ulteriori ipotesi fantasiose, in cui il movente ruota sempre intorno alla questione sessuale. Ma c'è anche chi nega, come Carmelo Abbate che parlando dei filmati intimi inviati da Stasi commenta che sono indice di una sana complicità di coppia: “Ma ben vengano”, per poi essere ripreso giustamente da Nuzzi che gli chiede di evitare commenti personali. Lovati afferma ancora che il filo comune è la pedofilia. “Chiara frequentava con gli altri l’oratorio, era diventata scomoda, aveva saputo determinate cose e allora l’hanno eliminata. Non è un racconto, basta andare a vedere i fascicoli. Questa è una mia sensazione, non ho delle prove o degli indizi, è un qualcosa che dentro di me ho sempre pensato fino a raggiungere un convincimento mio personale”. Onesto, ma si torna al punto di partenza: che senso ha portare al pubblico quella che, come le altre, è una sensazione? Già, gli ascolti. Tutti parlano di Garlasco. Chi vincerà?
