Si fa chiamare “Carlo” e ha deciso di parlare solo ora, in un’intervista raccolta da Le Iene, che hanno consegnato tutto alla Procura di Pavia prima di mandare in onda la puntata. Dice che lui, all’epoca del delitto, sapeva. E aveva provato a raccontarlo. Ma non è stato ascoltato. La storia inizia in un ospedale, poco tempo dopo l’omicidio. Lì “Carlo” incontra una donna di Tromello, vicina di casa della nonna paterna di Paola e Stefania Cappa, le cugine gemelle della vittima. “Mi disse che aveva visto Stefania molto agitata, entrare nella casa della nonna con un borsone pesante, proprio il giorno del delitto. Verso le 13. E che aveva sentito un tonfo, come un oggetto pesante buttato nel canale.” Le gemelle, racconta la donna, non erano mai state viste lì prima. “Era turbata, l’aveva colpita”. “Carlo”, a suo dire, annota tutto su un taccuino. Va dall’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni. Ma, racconta a Le Iene, il legale gli dice che non si può fare nulla: “C’era già un’indagine in corso su Stasi. Non si poteva aprirne un’altra”. Così “Carlo” lascia perdere. E la donna testimone? È morta, adesso. Ma il taccuino, dice lui, ce l’ha ancora.


La voce però in paese non si è mai spenta. A Garlasco, raccontano ancora da Le Iene, c’è chi non ha mai creduto davvero alla colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni. Ci sono “troppe cose che non tornano”, lo dicono in molti. Una tra tutte: il presunto litigio tra Stefania Cappa e Chiara Poggi, il giorno prima dell’omicidio. A raccontarlo a Le Iene la madre di Andrea Sempio, indagato per concorso in omicidio: “La domenica mattina le due cugine hanno litigato”. Ma non è lei ad aver assisto a questa scena, ma bensì una ragazza che al tempo dell’omicidio abitava anche lei in via Pascoli ma che, raggiunta dalle Iene, ha smentito tutto. Mentre la mamma di Sempio rincarava la dose, assicurando di averla ascoltata in questo suo racconto. Ma non è la prima volta, infatti il nome di Stefania era già emerso durante il processo. Un operaio, ritenuto inattendibile dal tribunale, disse di averla vista nei pressi della villetta di Chiara all’ora del delitto. Descrizione precisa, ma bollata come confusa e contraddittoria. Eppure, nel paese, quel dettaglio non se lo dimentica nessuno. C’è chi ha paura. C’è chi parla solo adesso. E c’è chi non parla per niente. “Tante persone sanno, ma hanno paura”, dice la signora Sempio. Ma di cosa? “Di finire nei guai”. E qualcuno, tra chi ha lavorato al processo, comincia a dirlo apertamente: “Non sono più così convinto che ci siano state solo negligenze. Questa cosa mi preoccupa, devo essere sincero”. Parola del perito informatico del Tribunale di primo grado. Oggi, grazie a Le Iene, il nome di Stefania Cappa torna nel dibattito pubblico. Anche se non è mai stata indagata. Anche se una testimone, che secondo la madre di Andrea Sempio avrebbe visto la lite con Chiara, ha poi smentito tutto. Ma la domanda resta: se davvero qualcuno sapeva, perché ha taciuto?

