Chi pensava che il caso del delitto di Garlasco fosse chiuso con la condanna definitiva di Alberto Stasi potrebbe doverci ripensare. Perché no, l’omicidio di Chiara Poggi, massacrata nella sua villetta il 13 agosto 2007, continua a generare domande. E nuovi nomi. L’ultimo è quello di Andrea Sempio, all’epoca dei fatti poco meno che ventenne, oggi commesso in un negozio di telefonia e amico di Marco Poggi, il fratello di Chiara. A riaccendere i riflettori su Sempio è stato il settimanale Giallo, che già anni fa aveva fiutato qualcosa di strano. Ora il suo nome rispunta con forza: è stato formalmente iscritto nel registro degli indagati, a seguito di approfondimenti investigativi che lasciano spazio a nuovi scenari. Cosa c’è contro di lui? Non un’accusa diretta, ma una serie di indizi che creano inquietudine. Intanto, un dettaglio fisico: ai tempi dell’omicidio, Sempio portava i capelli lunghi. Un particolare apparentemente banale, ma che potrebbe combaciare con la testimonianza di Emilio Franchioli, pensionato 60enne che, la mattina del delitto, si trovava nei pressi della villetta dei Poggi. “Ho visto una figura davanti alla casa, ferma su una bici nera, piegata come se controllasse la ruota. Era vestita di scuro e, per me, era una donna”, ha dichiarato.


Ma Giallo fa notare che da dietro, un uomo con i capelli lunghi potrebbe facilmente essere scambiato per una donna, soprattutto se chino sulla bicicletta. Oggi Sempio ha i capelli corti, ma il dettaglio visivo resta inciso nel racconto di Franchioli. Poi ci sono le telefonate. Andrea Sempio ha sempre detto di non avere mai frequentato Chiara, perché troppo più grande di lui. Ma nei giorni immediatamente precedenti al delitto, avrebbe chiamato tre volte a casa Poggi. E qui scatta un’altra incongruenza: Marco Poggi, il destinatario ipotetico di quelle chiamate, era in vacanza in Trentino con la famiglia. E tutti gli amici comuni lo sapevano. Tutti, tranne Andrea a quanto pare. Interrogato, il ragazzo ha detto che non ricordava con precisione quando Marco sarebbe partito, ma la giustificazione, sempre secondo Giallo, non regge per la telefonata dell’8 agosto. Un gesto difficile da spiegare, se davvero non c’erano altri rapporti con la famiglia. Certo, nulla di tutto questo equivale a una prova. Ma il quadro si è arricchito di nuove ombre. Sempio non è stato arrestato, né imputato. Ma il fatto che oggi sia indagato ufficialmente, dopo anni di procedimenti puntati solo su Stasi, racconta che il caso Chiara Poggi potrebbe non essere così chiuso come ci avevano fatto credere.

