Altro che Belve Crime. Altro che Netflix, Quarto Grado, Chi l’ha visto e quant’altro. A smascherare (o ad alimentare?) il circo mediatico intorno al true crime in Italia ci pensa Falsissimo Crime, il nuovo format che promette di far saltare la narrazione mainstream sui casi giudiziari più chiacchierati degli ultimi anni, di decostruire lo storytelling da soap opera intorno agli omicidi più efferati e di trovare la vera verità. Ok, forse è un obiettivo troppo ambizioso, ma quando si muove Corona una cosa si può dare per certa: un’ora di intrattenimento è assicurata.Il primo bersaglio? La trasformazione di Massimo Bossetti in protagonista televisivo. Ma non solo. Come ha anticipato mister Falsissimo su Instagram: “Siamo stati al carcere di Bollate per capire approfonditamente tutte le dinamiche dell’intervista di Bossetti a Belve Crime. Tra le tante cose ce n’è una che non ci torna. Perché Bossetti viene trasformato in una star e a Stasi viene chiesta la revoca della semilibertà per l’intervista a Le Iene? Non pensate che sia vergognoso? Ne abbiamo parlato con lui. Lunedì ci sarà anche questo. Preparatevi”. L’obiettivo, come aveva già fatto trapelare Corona nelle scorse puntate, è quello di dimostrare che Stasi potrebbe aver passato molti anni in prigione da innocente. Questa la premessa, già detonante, che annuncia la prima puntata del progetto. Perché in Falsissimo Crime Corona non solo indaga, mettendosi nei panni di un commissario, ma vuole controbattere a tutti gli altri programmi che si occupano del caso, non ultimo quello di Francesca Fagnani, e lo fa proprio andando nei luoghi che solitamente nessuno racconta: i corridoi di Bollate, i silenzi dei detenuti, le pieghe dell’informazione giudiziaria.
Martedì scorso Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio, è stato protagonista di un'intervista che ha spaccato il pubblico e i social. Da un lato la conduttrice che, dal trono Belve, ha provato a ribadire la verità giudiziaria. Dall’altro, la folla digitale che si divide tra innocentisti e giustizialisti improvvisati. Ancora Corona su Instagram: “Martedì sera Massimo Bossetti è stato protagonista di un nuovo format televisivo. La sua intervista ha suscitato migliaia di commenti e polemiche. Chiunque, dal basso della sua penna social, si è sentito in diritto di esprimere la propria opinione e di fare la recensioncina. Quelli del circolino, come dei soldati schiavi del potere, hanno difeso la conduttrice oggi mainstream e queen televisiva. Il popolino ha chiamato alla rivolta, indignato per l’uomo condannato per l’omicidio di Yara, che considera innocente. Vi hanno, come al solito, raccontato tutte favole”, e qui ci immaginiamo il gesto della mano a becco, ripreso spesso anche dall’imitazione che fa Dario Micolani di Corona. “La serie Netflix ci racconta di un Massimo Bossetti incastrato dalla Magistratura, assolutamente innocente. Francesca Fagnani, un anno dopo, lanciando il suo Belve Crime, si proclama paladina della Magistratura e cerca di dare al pubblico (che poi si rivolta) la sua verità: colpevole al 120%. Che cosa pensano le persone che vivono da 11 anni con lui? I detenuti di Bollate che vivono 24 ore su 24 con lui?” E mentre tutti parlano di Bossetti, Falsissimo Crime incontra anche Alberto Stasi, l’altro grande fantasma del true crime italiano, detenuto a Bollate anche lui. “P.S. A Bollate è detenuto anche il protagonista della soap di Garlasco, il povero Stasi. Ovviamente non potevamo non incontrarlo”. E il fatto che Corona stesso l’abbia definito come una soap, forse ci dà la misura del tutto.
