Daniela Ferrari si è seduta davanti agli inquirenti della Procura di Pavia, convocata nel cuore della nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, e ha scelto di tacere. Non una parola, solo la facoltà – quella prevista dall’articolo 199 del codice di procedura penale – che permette ai parenti stretti dell’indagato di non rispondere. L’indagato, stavolta, è suo figlio Andrea Sempio, 37 anni, lo stesso nome già finito tra le carte anni fa e poi uscito dal caso. Oggi, invece, è di nuovo lì. Al centro. Silenzio, dunque. Ma un silenzio che pesa come un macigno. Perché le domande, quelle, sono sempre le stesse da diciotto anni: chi ha ucciso Chiara Poggi? E perché? Daniela Ferrari è entrata questa mattina – lunedì 28 aprile – nel Comando provinciale dei carabinieri di via Moscova a Milano. Con lei, l’avvocata Angela Taccia, che assiste la famiglia Sempio insieme al collega Massimo Lovati. Proprio Lovati, poco prima dell’inizio dell’interrogatorio, aveva anticipato tutto: "Le ho consigliato io di non rispondere". All’uscita, neppure uno sguardo ai cronisti.


Solo il fastidio dell’assistente legale per le telecamere troppo vicine e una frase gettata al volo: "Non sta bene, lasciatela in pace". Eppure le novità ci sono. E sono il motivo per cui questa donna – madre, testimone, alibi vivente – è di nuovo sotto i riflettori. Pare che le indagini abbiano trovato anomalie gravi nell’operato degli inquirenti dell’epoca. Non errori da poco. Uno su tutti: l’ipotesi che Andrea Sempio, durante l’interrogatorio del 2017, fosse stato “istruito” attraverso la lettura di atti riservati. Un audio andato in onda a Le Iene lascia intendere proprio questo: a passargli quei documenti sarebbe stato Gian Luigi Tizzoni, l’allora avvocato della famiglia Poggi. E lei? Daniela Ferrari, in quell’inchiesta, aveva già dato un alibi a suo figlio. Disse che alle 10 del 13 agosto 2007 era a casa e che poi lui si sarebbe diretto a Vigevano. Disse anche di aver avuto contatti proprio con Tizzoni. Due elementi che oggi, alla luce delle nuove accuse, tornano a fare rumore. Silenzio. Scelto, legittimo, strategico? Ma destinato a non spegnere le domande.

