È il 6 ottobre 2007. Siamo a Gropello Cairoli, nella casa della nonna materna di Chiara Poggi, quando accade qualcosa di strano, come ci ricorda DarkSide - Storia Segreta d'Italia, in un video pubblicato sul suo canale YouTube. Da pochi giorni ci abitano i suoi genitori e il fratello, costretti a lasciar via Pascoli dopo il sequestro conseguente all’omicidio. La nonna è in RSA. L’abitazione, rimasta a lungo vuota, ora ospita il silenzio di chi ha perso tutto. Eppure qualcuno entra. E lo fa in una fascia oraria precisa, tra le 19 e le 22:30, salendo su una grondaia e sfondando poi una portafinestra. Il bottino? Solo 300 euro, da un portafoglio che, a detta dei genitori nella denuncia, era appartenuto proprio a Chiara. Fine. Nessun gioiello, nessun altro oggetto di valore. Ma non è tutto: tre giorni prima, il 3 ottobre, la famiglia Poggi era tornata per la prima volta nella casa dell’omicidio, su autorizzazione, a recuperare alcuni oggetti personali sequestrati dagli inquirenti nel 2007. In quell’occasione gli vengono restituiti due portafogli di Chiara. Della borsa vista nelle foto del 13 agosto — la sera in cui fu ritrovata morta — nessuna menzione nei verbali di riconsegna. E nel furto, della borsa non si parla. Una borsa mai repertata, mai elencata, ma visibile nelle immagini: dentro c’erano uno scontrino della pizza e — forse — quei due portafogli. Forse. I RIS di Parma intervengono. Trovano impronte. Ma le uniche identificate sono dei familiari. Le altre — parziali, frammentarie — restano anonime. Una, sulla maniglia della porta d’ingresso (non da dove sono entrati, ma da dove sono usciti) è nitida, ma non combacia con nessuno.


Perché entrare in una casa senza valore, abitata da poco, per rubare solo 300 euro? Perché rischiare così tanto in un colpo notturno da manuale, ma con un bottino che probabilmente “non vale nemmeno la candela”? E perché rovistare nei portadocumenti, nei bagni, tra le cose intime, se cerchi solo soldi? Chi conosce il modus operandi dei ladri lo sa: certi spazi non li toccano nemmeno. Eppure qui, tutto è stato rovesciato con attenzione, quasi con metodo. Non si direbbe un furto casuale. Forse un’esplorazione. Forse cercavano qualcosa. Forse proprio qualcosa appartenuto a Chiara. Il verbale del sopralluogo verrà redatto due giorni dopo, l’8 ottobre. C’è chi parla di bande specializzate, chi di furti mirati. Ma una domanda rimane: chi entra in casa Poggi per uscire solo con 300 euro? Chi ha rischiato così tanto, per così poco? E se fosse stato per qualcosa che non si poteva lasciare lì? Non soldi, ma memoria. Un oggetto, un indizio, una traccia? Non ci sono risposte. Ma una sequenza che inquieta: la casa restituita, i portafogli, forse anche una borsa mai verbalizzata. Tre giorni dopo, un furto. E qualcosa che oggi non c’è più.

