Il fantasma dell’ex pompiere è tornato sulla vicenda di Chiara Poggi. Un nome riemerso in questi mesi nella galassia di sospetti, ipotesi e carte sfilacciate del delitto di Garlasco, quello del 13 agosto 2007, quando la ventiseienne fu uccisa nella villetta di famiglia. Ora quel nome si lega a un dettaglio apparentemente banale: un biglietto del parcheggio di Vigevano, usato per avvalorare l’alibi di Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara indagato per omicidio in concorso. Ma di chi era davvero quel ticket? Secondo una pista investigativa mai del tutto sopita, il biglietto non sarebbe stato usato da Andrea, bensì da sua madre, per incontrare, non sappiamo il perché, l’ex vigile del fuoco, oggi indicato come possibile testimone chiave nella vicenda. Ipotesi? Tanti indizi, zero certezze. E soprattutto una donna che nega tutto, a voce piena. «Era un mio vicino di casa, eravamo amici da quando avevamo 8 anni. Ci siamo persi di vista a 20 anni perché ci siamo sposati. L’ho ritrovato per caso qua a Garlasco alla guardia medica. Ci siamo incontrati due o tre volte per un caffè ed è una persona che ho sentito per un periodo come amico con delle chiamate o con qualche messaggio per qualche mese. Quando lui ha trovato una compagna non ci siamo più sentiti tranne che per gli auguri di Natale, compleanno e onomastico», ha raccontato la madre di Sempio in un’intervista a Quarto Grado, smentendo qualsiasi appuntamento con l’uomo il giorno dell’omicidio.


E ha aggiunto, con amara ironia: «Ora questa persona non mi farà neanche più gli auguri di Natale…». La donna, in quelle ore del 13 agosto, sostiene di aver fatto solo due cose: la spesa e una commissione legata a un telecomando. E lo stesso sostiene il marito, Giuseppe, che ha ribadito: «Quella mattina eravamo in casa con mio figlio e il cane, mia moglie era uscita solo per fare la spesa e sistemare un telecomando. Andrea è poi uscito intorno alle 10 per recarsi a Vigevano, come conferma lo scontrino del parcheggio». Anche il padre smonta il giallo del biglietto e dell’orario d’uscita del figlio: «Viviamo insieme, è impossibile non accorgersi se uno esce di casa». E sull’episodio che per molti ha lasciato una crepa, il malore della moglie in caserma, visto da alcuni come una reazione sospetta, replica senza esitazioni: emicranie. Nulla a che fare con la paura o il senso di colpa. Anche la donna torna su quel momento: «Ero agitata per la presenza dei giornalisti e ho subito uno spintone entrando in caserma, ma non ho mai preso quel biglietto per un incontro con lui». Nel frattempo, Andrea Sempio è tornato a vivere con i genitori. Nella casa di Garlasco, si respira un’aria pesante fatta di sospetti che non mollano, di silenzi urlati e di una vita sospesa da quel maledetto marzo, quando il suo nome è tornato sui giornali. «Mio figlio non trova pace nemmeno nei sogni», dice il padre. E la madre, con una stanchezza che ha scavato dentro: «La nostra vita si è fermata da marzo, non riesco nemmeno a uscire con il cane senza essere assalita. Sono felice che Andrea sia con noi, ma sono preoccupata per il suo futuro».

