Giallo, il settimanale diretto da Albina Perri, ha trovato l’albergatore che ospitò i genitori Poggi. E la sua testimonianza gela il sangue: “Marco? Mai visto”. Neanche il nome dell’amico Alessandro Biasibetti gli dice nulla. Ora le domande tornano tutte a galla. E fanno ancora più paura…
“Marco quell’estate non l’ho proprio mai visto. E anche il nome Biasibetti non mi dice niente.” Parla così, in esclusiva al settimanale Giallo diretto da Albina Perri, l’ex titolare dell’hotel dove i coniugi Poggi alloggiavano ormai da dieci anni e dove si trovavano quando Chiara è stata uccisa. È un’intervista che cambia tutto, perché riapre la domanda che nessuno ha mai voluto farsi davvero: Marco Poggi dov’era il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio della sorella Chiara, a Garlasco? Per anni si è dato per certo che Marco fosse in vacanza in Trentino Alto Adige coi genitori. Lo dicono gli interrogatori, lo ha scritto la stampa, lo ha ribadito anche la madre Rita Preda: quel giorno era con un’amica in piscina, il marito in escursione, Marco in gita con lui. E invece no: nessuno ha mai verificato quell’alibi. Mai. A scoperchiare il vaso è stato Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, che a Iceberg ha sparato la bomba: “Questo ragazzo era in Trentino, non a New York. In due ore sei a casa. Sti ragazzi da Trento a Milano ci mettono un’ora e mezza”. E ancora: “Andrea chiamava a casa Poggi per sapere se Marco c’era. Che storia è questa della vacanza?” Così Giallo ha fatto quello che nessuno ha fatto: è andato sui luoghi, ha rintracciato testimoni e ricostruito quella vacanza mai davvero messa in discussione. Falzes, Val Pusteria, agosto 2007: i coniugi Poggi festeggiano 10 anni nello stesso albergo. Una medaglia speciale, una cerimonia, Chiara che si è appena laureata. Eppure il figlio Marco non c’è.


Lo conferma l’ex titolare, oggi all’estero: “Presero solo una matrimoniale. Quando venivano con i figli, prenotavano sempre una tripla. Io Marco non l’ho visto mai. Loro due, sì. Con altre coppie di Bergamo, clienti storici. Ma Marco no.” Parole che pesano come macigni. Perché ci riportano a quel giorno tragico. Quando Rita riceve la chiamata alle 15.30. È in piscina. Una cliente inizia a gridare. Il marito, Giuseppe Poggi, torna più tardi dal Rifugio Biella – dove ufficialmente era con Marco – e aspetta la moglie in terrazza, impassibile. Partono insieme, alle 16, e arrivano a Garlasco alle 23.30. Ma Marco? Non c’era. Silvia Salton, figlia dell’allora gestore del rifugio, ricorda che il padre accompagnava le gite e che nessuno della loro famiglia fu mai interrogato: “Mai nessuno ci chiese chi partecipò davvero all’escursione.” E oggi, a distanza di anni, resta un dubbio grande come una montagna: chi ha visto davvero Marco quel giorno? C’è un solo testimone: Alessandro Biasibetti, oggi frate, ex fidanzato di Angela Taccia (attuale legale di Sempio), che disse di essere in vacanza con Marco e i suoi genitori. Ma anche lui fu ascoltato un anno dopo. E il suo nome non dice nulla al gestore dell’albergo, che ricordava tutti: “Conoscevo bene gli ospiti. Quel nome non mi dice niente.” La domanda adesso non è più se Marco Poggi potesse tornare a casa da Trento, ma se fosse mai partito davvero. Se era lì, dov’erano lui e Biasibetti? Dove dormivano, con chi erano? E perché nessuno, in diciassette anni, ha mai sentito il bisogno di verificarlo? Con la nuova inchiesta aperta, adesso tocca agli inquirenti cercare quelle risposte che, forse, qualcuno non ha mai voluto davvero trovare.
