Diciassette anni dopo, Garlasco è ancora una stanza buia piena di voci. L’ultima eco arriva da Le Iene, che hanno rispolverato un vecchio interrogativo tossico: “Chiara Poggi aveva una relazione con un altro uomo di Garlasco?”. La risposta, come sempre, si annida nel fango. A dare nuova vita alla voce è la testimonianza, oggi riesumata dalla trasmissione Mediaset, di un uomo deceduto. “Si mormora”, avrebbe detto ai giornalisti Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese. Secondo lui, Chiara avrebbe avuto un’altra relazione, parallela a quella con Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio e oggi in semilibertà. C’è un’email – riportata da la Repubblica – in cui un’amica, Cristina Tosi, le chiede: “Come vanno i tuoi intrallazzi?”, e lei risponde parlando di due “piccioni”. Ma basta questo per riscrivere la storia? Basta il pettegolezzo di provincia per insinuare che, forse, Chiara non era quella che sembrava? “Quella mattina lì erano le 7, 7.30… vedo una figura curva sulla bicicletta. Forse una donna”, racconta l’uomo ormai morto, dicendo di aver parlato coi Carabinieri solo anni dopo, quando il ricordo aveva preso forma nella sua mente come un’ombra lenta.


Non è l’unica suggestione. C’è anche Gianni Bruscagin, autodefinitosi “supertestimone”, che dice di aver appreso – per passaparola degno di una sceneggiatura noir – che Stefania Cappa, cugina di Chiara mai indagata, sarebbe stata vista quel giorno entrare agitata in casa della nonna con un borsone pesante. “Talmente agitata che non riusciva a infilare la chiave nella porta”, avrebbe detto la fantomatica testimone, parente di una conoscente di Bruscagin. Stefania sarebbe uscita senza borsa. La puntata de Le Iene si muove come una sonda tra passato e presente. Ripesca un’intervista mai andata in onda, realizzata otto anni fa alla madre di Stasi. Elisabetta Ligabò non sapeva di essere ripresa. “Sono convinta dell’innocenza di Alberto”, dice, visibilmente scossa. “È stata un’ingiustizia totale. Lo hanno assolto due volte e poi… niente. Sono schifata. Hanno indagato solo lui”. Sui rapporti con i genitori di Chiara, è lapidaria: “Non ci sono più”. Nel frattempo, la Procura di Pavia riapre l’indagine. Il 17 giugno è previsto l’incidente probatorio su alcuni reperti mai repertati o riesaminati con tecniche nuove. Indagato, per ora, solo Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, il fratello della vittima. Ma le reazioni più dure arrivano alla fine. Gli avvocati della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, parlano apertamente di “campagna diffamatoria”, in cui si calpesta “la dignità e l’onore di Chiara” a colpi di dicerie. “La continua sovrapposizione tra fughe di notizie e ricostruzioni romanzesche – scrivono – ha generato un’incontrollabile diffusione di insinuazioni in totale dispregio della realtà dei fatti”. Chiara è morta a 26 anni, uccisa nella sua villetta in Via Pascoli. Non era un mistero da decifrare, ma una persona. Ogni volta che il suo nome torna in prima serata, è come se morisse di nuovo.

