Orso. Ne hanno ucciso un altro. Un altro magnifico simbolo della bellezza della Natura, perché di fronte a niente si ferma l’uomo quando ha la proterva arroganza di credersi Dio. Siamo parlando dall’ennesimo episodio di “orsicidio” verificatosi nella provincia autonoma di Trento. A perpetrare quella che si profila come un’eliminazione sistematica della popolazione ursina, è stata la mano di Maurizio Fugatti, e della sua giunta, da poco rieletta, facente capo a una fazione politica sostenuta in gran parte dai voti delle lobby di cacciatori e allevatori che di fatto hanno dichiarato guerra agli animali selvatici per meri interessi economici. Quello di ieri è l’ottavo orso abbattuto nell’arco di 10 mesi che va ad aggiungersi agli altri sette trovati morti nel 2023 in circostanze misteriose ma accomunate dal rientrare tutti nelle liste di proscrizione partorite dalla giunta orsofobica del governatore. Aveva un nome l’orso di appena tre anni giustiziato senza pietà, si chiamava Sonny, ma per Fugatti invece era solo una sigla, M90- la reductio ad rem è tipica degli assassini, dei killer, dei genocidi,- una cosa fastidiosa di cui liberarsi il prima possibile.
La sua colpa - ma gli animali non hanno colpa, quella riguarda noi e purtroppo non tutti, solo chi ha una coscienza- aver incrociato due escursionisti in Val di Sole, senza compiere alcun attacco o aver mostrato atteggiamenti aggressivi. I giornali locali prezzolati invece hanno imbastito una ricostruzione poco chiara con l’intento di gettare ombre sul comportamento dell’orso per giustificarne l’abbattimento, ma Sonny non aveva fatto assolutamente niente per meritarsi la morte. Il decreto di abbattimento stato emanato con la complicità dell’Ispra, l’ente istituzionale che dovrebbe preservare la fauna selvatica che invece ha dato il suo parere positivo all’uccisione, evidentemente sono più interessati a mantenere le poltrone che proteggere la fauna selvatica. L’esecuzione è stata immediata. Sonny è morto sotto i fucili dei forestali trentini, una rapidità malvagia e sospetta, che non ha permesso alle associazioni animaliste di poter fare ricorso, bloccarne l’esecuzione e valutare alternative. Era problematico, così si sono giustificati, un’etichetta approssimativa per definire quegli orsi che fanno gli orsi, cioè camminano nel loro territorio, i boschi, e se hanno la sfortuna di incontrare l’uomo o di avvicinarsi ai centri abitati attratti dal cibo nella spazzatura, sono spacciati. A Fugatti però non basta: la sua aspirazione, e quella delle lobby che lo sostengono, è la decimazione degli orsi trentini: detto chiaro e tondo, davanti alle telecamere e postato sui social, nonostante questi meravigliosi animali, dopo la loro scomparsa nella regione, siano stati fortemente richiesti dai trentini stessi. Una scelta accolta con grande entusiasmo quella del ripopolamento della zona occidentale della regione, finanziata dall’Europa con l’erogazione di 3,6 milioni di euro (progetto Life Ursus) al parco Adamello Brenta, tra il 1996 e il 2000 e terminata del 2004. A quel punto i costi della gestione degli orsi sono stati ripartiti tra la Comunità Europea e l’Italia, e i plantigradi trentini sono diventati improvvisamente un problema. E il modo più veloce per eliminare un problema da qualche tempo a questa parte sembra essere diventato l’abbattimento.
Occorre infatti ricordare all’immemore orsicida che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato italiano (su cui nessuno può mettere né mani né fucili) ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale e internazionale. Né gli orsi né le montagne dove questi vivono appartengono a Fugatti ma sono un bene comunitario fondamentale. Fcciamo un appello affinché il capo dello Stato intervenga per la salvaguardia di questo importantissimo patrimonio faunistico.La possibilità di rimuovere orsi problematici è un’opzione prevista dal Piano di Conservazione Interregionale dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali (Pacobace), ma è un’azione da attuare solo in casi estremi, e solo dopo aver analizzato a fondo la dinamica degli eventi. L’abbattimento è utilizzato come estrema ratio, non è accettabile che un amministratore locale possa arrogarsi con tale prepotenza e crudeltà la facoltà di uccidere indiscriminatamente animali protetti. Il sospetto molto fondato è che la Pat non abbia voluto mettere in atto tutta una serie di precauzioni per evitare che gli orsi possano diventare confidenti, e quindi avvicinarsi troppo alle abitazioni, come, ad esempio, i cassonetti anti-orso, la cui installazione è stata procrastinata al 2028 come ha confermato l’assessora alle foreste della Provincia. Perché tutto questo tempo? E come mai non è mai stata fatta una campagna informativa per istruire turisti e abitanti sulla convivenza pacifica o sul comportamento da tenere in caso di incontro fortuito, come invece avviene con successo in Abruzzo. Qui di problematico c’è solo il combinato disposto di uno specismo insensibile, quello del governatore Fugatti e di una brama di poltrona, anch’essa propria del personaggio. La sua ultima campagna elettorale si è basata esclusivamente sull’odio per questi animali, strumentalizzando, come accade spesso, la paura dei cittadini. Che si possa lasciare in mano la gestione degli orsi ad un soggetto che nel luglio 2011 in occasione di un delle feste della Lega si fece recapitare, infrangendo la legge, carne di orso dalla Slovenia per banchettare con i suoi compagni di partito, è una follia. inoltre, proprio in queste settimane la Pat sta discutendo l’approvazione di una legge “ammazza orsi” che prevederà uccisione di otto orsi l’anno. Ricordiamo che la popolazione orsina in questo momento si attesta intorno ai 90 esemplari.