Questa sera, dopo due anni di stop forzato causa Covid, torna il Palio di Siena. Una manifestazione popolare tra le più amate nel paese, tanto che sono attese decine di migliaia di persone in Piazza del Campo e gli alberghi della città toscana sono soldout ormai da giorni. E che verrà trasmessa in diretta su L7 con un commentatore d’eccezione come Pierluigi Pardo affiancato dalle ‘incursioni’ di Massimo Ghini e David Parenzo. Questa mattina si è svolta la provaccia, seguita dalla consueta benedizione dei cavalli e dei fantini nelle chiese di ogni contrada. Dalle 17 al via il Corteo Storico. Il Palio unisce, ma il Palio divide al contempo. Infatti, come in ogni edizione, le associazioni animaliste si scagliano contro il sindaco Luigi de Mossi e le contrade a difesa dei cavalli. Tra i più agguerriti c’è ancora in prima fila Walter Caporale storico attivista in difesa degli animali a presidente dell’associazione Animalisti Italiani. Lo abbiamo intervistato ed è tornato a scagliarsi contro la manifestazione.
Caporale, oggi si corre il Palio del Provenzano. Lei ha in corso un processo dopo che il Comune e il Consorzio che organizza l’evento l’hanno querelata per aver definito “assassini” i contradaioli. Come vive questo ritorno in piazza?
Siena è una città meravigliosa, purtroppo c’è il Palio. Noi non ce l’abbiamo con le corse dei cavalli, io ho anche i miei nipoti che vanno a cavallo e l’amore per quell’animale lo capisce solo chi lo ha. Noi ce l’abbiamo con un assassino che è il sindaco, perchè è responsabile degli animali sul proprio territorio.
Chiaramente ci dissociamo da quello che sta dicendo. Non le sembra di esagerare?
Sono morti 51 cavalli negli ultimi trent’anni, c’è qualcosa che non va. Se ogni anno muore un cavallo e mezzo, non è più una corsa ma diventa qualcosa che prescinde del cavallo. Mi chiedo perchè non si cambi la piazza.
Ha ottenuto già una prima vittoria nella sua causa contro il Palio, il giudice senese ieri ha accettato la sua richiesta di spostare il processo a Lanciano, la sua città…
È una grande soddisfazione e vittoria. Nelle due udienze che ci sono state a Siena c’erano centinaia di persone dentro e fuori il tribunale, non sarebbe stato salvifico e democratico. Forse mi sono quasi pentito di aver chiesto il trasferimento, se fossi andato a Siena a fare il processo tutte le televisioni nazionali avrebbero parlato delle minacce e degli insulti che mi avrebbero fatto i senesi. Loro sono inferociti con me.
I senesi però amano il Palio e tutti i suoi riti, per loro è una tradizione.
La schiavitù è stata una tradizione, la tortura è stata una tradizione per secoli, la caccia alle streghe anche. La parola tradizione è una vergogna che venga usata per qualunque cosa.
E quindi bisognerebbe cambiarlo il Palio?
Finchè non si cambia la piazza e restano arroccati a questa posizione dico che sono tutti complici di un assassinio e di un omicidio, questo è. Una vergogna immonda che ci contestano milioni di persone in tutto il mondo. Chi va al Palio e vede la morte di un cavallo resta sotto choc per sempre, come in Spagna chi va a vedere la corrida. Mi dispiace che i contradaioli mi odino e stiano arroccati in questo principio. Non è accettabile che muoiano cavalli per… una tradizione. Ma vaffanculo, scusami il termine. È immorale.
Cosa si sente di dire ai contradaioli?
Cari contradaioli, io so che amate il Palio, però non dite che amate il cavallo perchè è qualcosa di diverso. Sennò dovreste discutere con noi Animalisti Italiani una modifica della piazza. Mi ricordate gli stupratori o i pedofili che dicono “ma io amavo la donna” oppure “amavo quel bambino, con tutto il cuore”. È un paragone assurdo? Si, è provocatorio!