Io incredibilmente, esattamente come questo Napoli, che ha trovato una quadra, dopo i numerosi addii di bandiere come koulibaly, Mertens, Insigne, i miei addii sono stati alle mie bandiere, tendenza alla costante comprensione dell’altro - minaccia di non meritare abbastanza - vergogna di esprimermi per cosa realmente sento. Ottima quadra raggiunta certamente grazie alla mano del tecnico, che ha tutti i meriti, il mio è stato la mia psicoterapeuta che ha continuato magistralmente col suo modulo, proprio come Mister Spalletti, e se continuiamo così, sarà solo lui a decidere volta per volta chi attaccante schierare, ora che è tornato Osimhen, e abbiamo abbondanza in attacco. In attacco io ho grandi risorse, parto da una buona difesa, proteggo bene la mia porta, ma la peculiarità della mia squadra (il mio Genitore, il mio Adulto e il mio Bambino - interiori) è proprio l’abbondanza in attacco, tratto distintivo del mio carattere, chiamiamola vendetta su, anche se io preferisco definirli dispetti, ma lo faccio per mantenere il risultato, andando in protezione, chiunque ami il calcio sa benissimo che l’alternanza in attacco è determinante, che si chiamino protezione, dispetto, vendetta, Raspadori, Simeone o Osimhen, l’importante è fare goal, siamo tutti titolari, si tratta solo di portare i tre punti a casa, chi c’è c’è, si tratta solo di provare ad essere felici, con i mezzi che hai!
Così dopo il mercato estivo mi sono trovata Kim che ha sostituito egregiamente Koulibaly, migliorando la condizione generale della squadra, e ancora il permettermi di essere libera che ha ampiamente sostituito la mia vergogna di esprimermi, e soprattutto il mio Georgiano, che ha letteralmente fatto dimenticare Insigne, devo dirlo, ora che sono emotivamente protagonista, ho finalmente dimenticato di dare priorità all’altro e dire sempre sì.
Certo è stato difficile lasciare andare Insigne, anzi l’attaccamento al ricordo di Insigne, quello spirito di sofferenza costante che ho alimentato per troppo tempo, e che mi ha fatto sentire unica, era la mia forza, perché quella sofferenza mi ha fatto così felicemente sentire diversa, e per così tanto tempo, che gli ero super affezionata, come a Insigne, che però quando entrava ultimamente aveva troppa, troppa pressione e ansia addosso, e si sentiva, e questo dava impulsi mortiferi alla squadra che aveva bisogno di novità, di freschezza, così ecco finalmente il mio Georgiano, metafora di novità, di uscita da schemi limitanti e coazioni a ripetere, benvenuta freschezza, benvenuto vita mia, a te che sei un portento, a te che mi stai facendo sognare, a te che stai facendo delle cose difficilissime in maniera facile, ora, finalmente, a te che ora nessuno più ti acchiappa perché vai veloce, a te che sei così veloce che non hai più tempo di soffermarti a rimuginare sugli errori, a te che con le palle ci hai sempre saputo fare, ma in questo periodo appena le tocchi fai davvero sognare. A te che avrò da dirti ancora tantissime cose, ma non ora perché non devi illuderti, devi essere vigile, nel presente, dico grazie per quello stai facendo, Kvara, Kvaratskheila, Georgiano, Khvicha… o dovrei dire Paola, Paolina, Paola Saulino, Maestra Paolina… ma quanti nomi per intendere una sola persona, che per di più per la prima volta è finalmente INTEGRA... quanti nomi, ma soprattutto quanta consapevolezza ora! Che meraviglia. Che grande Napoli, e non ce n’è per nessuno, sarà che parlo di me e sento tutto in prima persona, dico che sono la migliore in Europa, in Italia poi, vabbè lì non c’è partita, non c’è storia. Sono prima, prima nel girone di Champions, prima in campionato, capolista solitaria a 26 anni (ehm punti, non anni “me piacess”) sono fresca, giovane e forte.
Ma devo essere adulta, mi aspettano altre 5 partite e devo macinare punti, più 2 partite di Champions, e anche se ho blindato il passaggio del turno devo cercare di posizionarmi degnamente in classifica, e per farlo devo rimanere concentrata. So che posso vincere tutto, e farmi capire, e farmi valere davvero, ma a volte è dura, gli avversari sono forti, a volte penso prima di giocare e funziona, altre volte penso mentre gioco e può andare o meno, ma devo avere una fiducia incrollabile nel mio talento e nel mio cuore, perché poi è vero la tecnica, il lavoro e la costanza ma forse il campionato si vince proprio col cuore, che magicamente sembra l’unico collante che amalgama i sistemi complessi. C’è solo un modo per fare la differenza, al netto di essere tecnicamente ora già sani, e questo modo è il sentimento. E se qualcuno mi chiede “perché allora non dovrebbero vincere le altre?” La risposta è “VINCO IO PERCHE’ HO PIU’ FAME” .
Io, Paola, come te, squadra del mio cuore, sono bella, fresca, giovane, cattiva, e affamata ed è per questo che possiamo vincere… e anche sognare… TRIPLETE? Nel calcio o nel letto chissà, in entrambi i posti ho voglia di URLARE FORTISSIMOOOO “I CHE NAPOLI”!!!!