Via le auto e le moto dalle città. Riduciamo il limite di velocità come fatto a Bologna. Ridisegnammo la mappa dividendo per macro zone come avvenuto a Milano, e, come sempre è successo nella metropoli meneghina, aumentiamo i pedaggi e i parcheggi a pagamento. L’obiettivo di tutte queste mosse (poco) strategiche, almeno ascoltando i politici, sarebbe la diminuzione dell’inquinamento sulle nostre strade. Obiettivo che, però, non è stato ancora raggiunto. Ma non è che la strada scelta è sbagliata? A chiederselo, anche se già lo dimostrano alcuni studi scientifici, è il giornalista e conduttore televisivo, nonché appassionato di motori, Roberto Parodi, che con uno dei suoi classici video Instagram è tornato ad attaccare sul tema dell’ambientalismo e della mobilità. Insomma, dice il Parods, “tra le ultime trovate del Comune di Milano c’è in discussione l’estensione dell’area B e C anche al sabato e alla domenica. Aumenta il prezzo d’ingresso. Aumenta anche la classe ambientale minima delle auto, già quest’anno nel 2024 volevano bloccare le auto diesel Euro 6 e le moto Euro 0 e Euro 1 […] Aumentano i parcheggi a pagamento, le linee blu, a scapito dei parcheggi per i residenti […] Non ci sarà più – continua Parodi – un minimo di tutela per chi risiede in una determinata zona, perché il Comune consentirà a chiunque, ripeto ‘chiunque’, pagando, di occupare il posto che era riservato a te”. Ma siamo sicuri che queste siano le soluzioni giuste?
Riguardo alle scelte di Beppe Sala, sindaco di Milano, e della sua giunta, sembrano esserci molti dubbi. E a dare voce a questi ultimi ci pensa sempre Parodi, secondo cui “i provvedimenti sono sempre rivolti a incassare più soldi, e non a dare reali vantaggi ecologici sulla qualità dell’aria”. Insomma, tanto per farla breve, dietro la facciata dell’ecologismo si nasconderebbe una mera ricerca di denaro, a discapito dei cittadini. E a discapito soprattutto dei cittadini motorizzati, perché, non so se qualcuno se n’è già accorto, ma, commenta il Parods, “sempre tutto contro auto, moto. Nemico pubblico numero uno, solo perché sono facili da attaccare, non richiedono investimenti, ma solo cartelli e telecamere. E – soprattutto – generano multe immediate e sostanziose”. Stando, però, a quanto rivelato dagli studi scientifici, continua Roberto, “secondo uno studio dell’Ispra, le voci più pesanti dell’inquinamento da particolato Pm 2,5 sono il riscaldamento, gli allevamenti intensivi di animali, l’industria, e i veicoli sono solo al quarto posto col nove per cento. E – sottolinea ancora Parodi – stanno anche diminuendo negli ultimi dieci anni”. Insomma, si chiede il giornalista, “perché il Comune non pianta alberi, non circonda le città e le autostrade di verde e di boschi, non mette il verde sulle facciate, sui tetti delle case. L’Europa – dice il Parods – ci dà centinaia di milioni per piantare gli alberi e per mille ragioni i nostri Comuni non li piantano”. Capita la vera soluzione? “La salute – termina Parodi – è un nostro diritto. Guerriglia”.