Qual è la differenza, chiede Roberto Parodi, tra tamarro, zanza e maranza? In effetti, in occasione dell’ultimo pezzo de Il Pagante con Fabio Rovazzi, intitolato proprio Maranza, tocca chiederselo. “Facciamo chiarezza: chi è il tamarro?”, domanda Parodi a Brancar. “Il tamarro è quello tutto griffato con le super macchine, compra le cose Balenciaga…”. A questa prima definizione, poi, è lo stesso Parodi ad aggiungere che “il tamarro è una categoria universale: può essere ricco o povero, giovane o vecchio”. Ma passiamo allo “zanza”: “Lo zanza è quello che ti ‘zanza’ la roba”. “Un truffatore di piccolo cabotaggio, raramente va oltre il telefonino, il motorino, la catenina”, una categoria che comunque “non c’entra con il look”. Viene dunque da chiedersi se quello che rubava il telefono nel video di Rovazzi, una mossa di marketing utile a lanciare proprio l’ultima canzone del Pagante, fosse uno “zanza”, invece che un “maranza”. Ecco subito che arriva il chiarimento sull’ultima etichetta: “I maranza son quelli che vengono dalle periferie, girano in gruppo e non pagano mai il biglietto”. Poi di nuovo Parodi: “Certo, e scappano quando arriva la polizia locale”.
Per quanto riguarda l’estetica e il mood: “Taglio con sfumatura alta, tuta del Barcellona. Molesti…”. Ma qual è il simbolo dei maranza? “Il borsello tarocco di Gucci”. E la musica che ascoltano? “La drill e la trap”. Purtroppo, concludono Brancar e Parodi, quando i maranza cercano di andare in discoteca, al Gattopardo per esempio, “non li fanno mai entrare”. “Quindi se senti una frase tipo: ‘Minchia frate sono andato al concerto di Shiva e mi hanno pulluppato il borsellino di Gucci originale’, allora quello è chiaramente un maranza che va a vedere il concerto di un tamarro e uno zanza gli scavalla il borsello”. Da ultimo, infine, la questione: chi è che ha rubato il cellulare a Rovazzi? “Uno zanza!”.