La notizia del presunto “pentimento” di Marco Ferdico in poco tempo fa il giro dei principali siti e giornali. Si parla delle confessioni che l’ex capo ultrà avrebbe fatto a proposito di una rapina a mano armata compiuta insieme a Daniel D’Alessandro Bellebuono. Questo, però, non c’entra con un suo pentimento. E nemmeno col suo essere diventato collaboratore. Aurora Simoncini, sua moglie, lo ha anche scritto sui social: “Marco non sta collaborando e non collaborerà mai. Attualmente si trova a Rovigo, in regime di alta sicurezza. Se l'obiettivo è destabilizzarci, mi dispiace per voi, ma state fallendo. Nessuno ci riuscirà. Marco affronterà la sua condanna e sconterà la pena con serietà e dignità”. Dopo che Simoncini ha pubblicato la storia l’abbiamo contattata telefonicamente per chiederle ulteriori spiegazioni. È la prima volta che parla da quando Ferdico è in carcere: “C’è piombato addosso questo caos”, ci dice, “ma le notizie che sono uscite sono false e infondate. Ammettere le proprie colpe ai pm non equivale a un pentimento. Sono cose molto diverse”. Ferdico, oltre a esser già stato condannato 8 anni in primo grado per il processo Doppia Curva, dovrà affrontare anche il procedimento per l’omicidio di Vittorio Boiocchi.

Per chi è accusato di omicidio si prospetta l’ergastolo. Ultimamente, però, Ferdico si è dimostrato più aperto e disponibile a parlare con gli inquirenti. Lo ripetiamo: questo non significa che l’ex capo ultrà dell’Inter si sia pentito. Ma attraverso questo cambio di atteggiamento spera in uno sconto di pena. Ad Aurora Simoncini abbiamo anche chiesto un’altra questione: questa precisazione così immediata di un non pentimento di Marco è un messaggio mandato a qualcuno? Magari alla famiglia Bellocco o a persone appartenenti a determinati ambienti? Ricordiamo che Ferdico ha chiamato il proprio figlio Antonio. Questa smentita è forse un segnale? “Non c’è nessuna famiglia, non c’è nessun ambiente. Solo la volontà di fare il proprio percorso in carcere. Mio marito vuole insegnare ai suoi figli che chi sbaglia deve prendersi le proprie responsabilità. Vuole che loro capiscano l’importanza di reagire dopo aver commesso degli errori. Marco sa di aver sbagliato, quindi sconterà la pena che gli spetta e poi vorrà godersi i suoi figli e la sua famiglia”. Per quale motivo, dunque, è circolata questa voce, potenzialmente destabilizzante per la famiglia di Ferdico? Inoltre, se davvero l’ex ultrà si fosse pentito non sarebbe ancora nel carcere di Rovigo, né avrebbe Jacopo Cappetta e Mirko Perlino come difensori. La sua famiglia, poi, dicono i legali, si troverebbe sotto protezione. La smentita è arrivata anche dagli avvocati in via ufficiale. Riceviamo e pubblichiamo la nota integrale.

“Marco Ferdico, tramite i suoi difensori – gli avvocati Mirko Perlino e Jacopo Cappetta – smentisce categoricamente le notizie apparse su alcuni organi di stampa circa una sua presunta collaborazione con lo Stato. Tali notizie sono del tutto false e prive di ogni fondamento. Il sig. Ferdico durante un interrogatorio richiesto della Procura, si è semplicemente limitate ad ammettere alcuni addebiti che gli sono stati mossi, circostanza che non può in alcun modo essere equiparata a un ruolo di collaboratore di giustizia”.
