“Questo amore è una camera a gas”, cantava la Nannini. Questa conferenza sull'ambiente è una camera a gas. Secondo il rapporto Climate Change Performance Index, in cui si osserva la quantità di inquinamento prodotta dai singoli paesi in rapporto a quella che dovrebbe essere stata, non ci sono state Nazioni virtuose dal punto di vista del rispetto di ciò che hanno promesso. I primi tre posti sono vacanti. Podio vuoto. Tra le grandi potenze industriali troviamo, nella prima fascia, rated High, soltanto il Regno Unito, che dopo aver riempito il mondo di carbone all'inizio della rivoluzione industriale, forse adesso vuole farsi perdonare. Nella fascia Medium troviamo Germania, Spagna e Francia. Questo attivismo è una camera a gas. Il Bel Paese è in fascia Low, mentre gli Stati Uniti se ne stanno comodi comodi tra gli ultimi banchi, insieme ai loro nemici cinesi, iraniani e russi. Il giornalista e filosofo Ben Burgis ha dedicato un libro alle contraddizioni della cultura woke i cui rappresentanti sono, come li chiama lui, comici in un mondo in fiamme. L'immagine evoca alla perfezione il nodo centrale del problema. L'importante è che se ne parli, ma di cosa? Quando si affronta un problema serio come il clima, non si può impostare l'atto di protesta come se fosse un post di Giorgia Soleri, o una cosa del tipo “io intanto rompo le scatole, così la gente mi ascolta”. No.
Come si è visto, l'estemporaneità di azioni come lanciare la vernice sulle opere d'arte o bloccare il traffico in autostrada come fa Ultima Generazione o come bloccare il Canal Grande a Venezia da parte di Extinction Rebellion fa soltanto il buon gioco dei negazionisti e di chi ne raccoglie i voti. Immagino i lobbisti di Nestlè, Bayer e Jbs farsela addosso, ma dalle risate, sapendo della gente che si incolla le mani al manto autostradale mentre loro vanno in massa alla conferenza sull'ambiente. La logica dell'engagement non è applicabile alla rivoluzione, questo dovrebbe essere chiaro ormai. Le cosiddette vanity metrics, come il numero di like o visualizzazioni, generalmente non dicono nulla di concreto o di utile rispetto a ciò che si deve vendere. Se le opere d'arte sono totalmente incolpevoli rispetto al clima, così lo sono anche tutti quelli che si trovano in autostrada. In coda. E stanno anche pagando un pedaggio. Questo, per un politico che vuole delegittimare l'ambientalismo come una fricchettoneria di sinistra, è oro colato, in quanto ha gioco facile nel tirare su i voti di chi è rimasto fermo in auto, da qualunque parte stesse andando. Ormai, nel 2023, non dovrebbe più creare stupore il fatto puro che ciascuna affermazione fatta da un politico in realtà sia una concessione, un hook, a qualche lobby o bacino elettorale. È il loro mestiere. Ma fare politica dovrebbe essere anche il modus operandi di chi vuole affrontare un problema che è, per costituzione, politico. Così, combattere il cambiamento climatico attraverso atti di puro fastidio, risulta essere soltanto fastidioso, inconcludente, controproducente. Se la contestazione viene portata al livello della challenge su TikTok, non puoi certo sperare di ottenere un risultato politico. Se cerchi visibilità, ottieni visibilità. Il potere non lascia nulla al caso, e predispone il terreno di protesta in modo da renderlo innocuo, così puoi entrare al Panthéon quante volte ti pare e interrompere le messe, le lezioni di scuola, le gare di rutti e le partite di briscola al bar del paese, ma il messaggio che vuoi lasciare non andrà mai oltre all'istante in cui l'hai pronunciato. L'attenzione della memoria andrà sempre all'atto, e se l'atto non è collegato in qualche modo al messaggio, il messaggio non esiste. Quella che vuoi far passare come rivoluzione, ha lo stesso valore del lascia-un-amen-e-condividi, o dei vari non-autorizzo-facebook-a-fare-cose. D'altronde il contesto di riferimento è questo e la notizia relativa all'invasione di Cop28 l'ho trovata sul Guardian, e non sui maggiori giornali nazionali. Eppure la soluzione al clima ce l'abbiamo già in casa: la veggente di Trevignano, per gentile concessione della Madonna, è in grado di moltiplicare panini, lasagne, e magari anche gli hamburger. Lasciamo che sia lei a produrre carne per il mercato globale. Sperando che non si decida invece a moltiplicare fagioli, emettendo poi altrettanto metano che un allevamento.