Dopo le restrizioni pandemiche è tornata aperta al pubblico la manifestazione più rappresentativa di Monteprato, paesino nel comune di Nimis, in Friuli: la “Festa degli uomini”, con annessa “Gara delle mangiatrici di banane”. E proprio questa seconda parte è finita nel mirino delle femministe (e, curiosamente, di Patrick Zaki), che hanno lanciato (invano) una petizione per impedirne lo svolgimento. Una vicenda che ricorda in parte quella di Miss Lato B.
Nel testo che accompagna la raccolta firme si legge: “La questione della «Gara di mangiatrici di banane» non è l’ennesima trovata goliardica, simpatica, innocua il cui unico obiettivo è riempire il programma. Il punto della questione è: perché il programma di questa festa non è stato immaginato diversamente?”. E ancora: “Perché ciò che è festa per l’uomo, o festa dell’uomo, si traduce in una forma di oppressione, denigrazione, oggettificazione e sessualizzazione per la donna e della donna?”
Sulla stessa linea l’intervento di Patrick Zaki, noto per la sua vicenda di prigionia in Egitto: “Organizzare una «Gara di mangiatrici di banane» - aperta a sole donne - in occasione della celebrazione della festa degli uomini è del tutto inappropriato e inaccettabile. Chiedo gentilmente a tutti di firmare la petizione qui sotto per impedire che questo evento si verifichi. È nostra responsabilità opporci all'oggettivazione e alla sessualizzazione delle donne su tutti i fronti, non importa quanto banale possa sembrare. Ogni azione conta”.
Da parte sua Andrea Berra, da 15 anni presidente dell’associazione Masck (Monteprato Associazione Sportiva Culturale Karnize) che organizza il tutto, se la ride: “La polemica è del tutto fuori luogo. La cosa è una goliardata, divertente. Tutte le socie dell’associazione sono schierate contro questa protesta che si è già dissolta in una bolla di sapone: la commissione regionale per le pari opportunità ha invitato la gente a non partecipare, ma... Peraltro la politica virtualmente non ha possibilità di intervenire, perché noi non agiamo su terreno pubblico e non riceviamo contributi, quindi hanno poca leva su di noi”.
E su Zaki?
Ci rido sopra e non do assolutamente peso. A oggi tra tutti i detrattori e coloro che osteggiano questa iniziativa ci ha ancora contattato, né per i canali ufficiali, né mediaticamente, né in alcun modo. Se volessero chiarimenti siamo apertissimi al dialogo e al dibattito, ma… La lettera che accompagna la raccolta firme è a dir poco uno sproloquio, del tutto non attinente alla nostra manifestazione. Invito tutti quanti a concentrarsi su problemi molto più gravi che affliggono il nostro Paese anziché su 4-5 signorine volontarie che decidono di mangiarsi una banana in pubblico.
Ci sono anche spettacoli di burlesque?
Sì, anche se nella prima serata di quest’anno abbiamo dovuto sospenderlo per maltempo.
Ma cosa succede in questa gara delle mangiatrici di banane?
Nulla di che, tranne il fatto che per rendere la cosa goliardica queste volontarie si mettono in ginocchio bendate e cercano la banana con la bocca dovendosele mangiare. Chiaramente per rendere la cosa ancora più goliardica la banana viene retta da un uomo dall’altra parte di un gloryhole all’altezza della vita. Nulla di che. Comunque come detto sono volontarie. Tra l’altro all’ultima edizione la prima e seconda classificata erano figlia e madre, quindi si può immaginare quanto sia scandaloso, visto che mamma e figlia concorrono assieme alla stessa gara… Probabilmente estrapolando immagini si può pensare a chissà cosa, ma nel contesto la cosa diventa ridicola e ilare, non provocatoria come si va a pensare. E comunque a un’ora di macchina da qui ci sono i bordelli aperti. E il problema sarebbe la nostra festa?
Come viene eletta la vincitrice?
Va a discrezione di coloro che reggono la banana, che danno la votazione mediante paletta. Alcuni prediligono la velocità, altri la sensualità, non è che esista un regolamento fisso. Le partecipanti hanno un cuscino sotto le ginocchia per non farsi male. Se poi qualcuna vuole improvvisare un balletto o sembrare ancora più erotica può farlo. Una concorrente si è lamentata perché avendo mangiato più banane si aspettava di vincere, ma i giudici hanno apprezzato magari uno spettacolo un po’ più sensuale con meno banane… Il quantitativo non sempre paga.
Le concorrenti arrivano anche da fuori?
Sì, oltre a essere volontarie vengono anche intenzionalmente per partecipare. In una delle prime edizioni sono arrivate se non erro quattro ragazze colombiane di bellissimo aspetto che erano in zona in ferie e per divertimento hanno deciso di sfidarsi tra amiche.
Com’è la partecipazione? Monteprato è un paesino piccolo.
Sì, molto piccolo e di montagna. Siamo comunque gli ideatori e fondatori di questi due format, la festa dell’uomo e le mangiatrici di banane. Sono marchi completamente nostri e nessuno ha mai fatto qualcosa del genere prima. Siamo anche un posto tra l’altro di minoranza slava, l’ultimo promontorio della slavia friulana, e quindi quando ci vengono a parlare di discriminazione… ancora oggi ci chiamano “sclaf” che significa schiavi… Quindi se vengono a chiamare a me discriminazione gli rido in faccia. La società contemporanea sta virando su un moralismo assurdo, facilitato dalla possibilità di lamentarsi da casa senza nemmeno alzarsi dalla sedia. Si focalizzano su piccolezze goliardiche del genere quando in ogni pubblicità c’è una donna seminuda o, come in quella squallida degli assorbenti, le vagine cantano...
La manifestazione proseguirà?
Assolutamente. Non abbiamo dato alcuna rilevanza alle polemiche né abbiamo risposto alle provocazioni e agli insulti sui nostri canali. È un fuoco di paglia che com’è uscito sparirà, per poi magari tornare l’anno prossimo.
Non mollerete dunque?
Mai, ma neanche per idea. Non si possono accontentare tutti, ma chi protesta è una netta minoranza rispetto ai nostri sostenitori e a chi gradisce l’evento. Ringrazio invece le femministe o chi per esse per l’inaspettata e gratuita esposizione mediatica che ci ha fatto conoscere a livello nazionale. Probabilmente avevamo l’oro in mano e non lo sapevamo.