Forse a Flavio Briatore non è andato giù il boccone. L’imprenditore infatti dichiara di sentirsi sollevato per la mancata inclusione della sua Crazy Pizza nella classifica delle “50 Top Pizza 2022” e risponde piccato che “noi giochiamo in un altro campionato, io non ho pizzerie con tovagliolini di carte ma ho ristoranti di lusso. Se mi avessero incluso nella categoria ‘pizzerie’ sarei molto incazzato […] noi non siamo ‘Pasqualino’ e ‘Luigino’”, peccato che il Crazy Pizza non figuri proprio in nessuna classifica, né fra i migliori ristoranti di lusso in Italia ai quali Briatore sostiene di appartenere, né nella classifica del Gambero Rosso 2022, che non premia solo le pizze della tradizione ma include anche pizze gourmet e premi speciali come “ricerca e innovazione”. È strano che un imprenditore che sostiene di voler creare “un brand internazionale della pizza, per esportare pizze e talenti” giudichi degradante il titolo stesso di ‘pizzeria’, come è strano che ignori completamente che le pizzerie nel 2022 non sono solo “tovagliolini di carta” ma che vengono giudicate anche tenendo conto “del servizio, proseguendo per le opportunità di scelta dei vini e delle birre, la pulizia e la bellezza dell’ambiente” così come messo nero su bianco nei principi guida della classifica 50 Top Pizza.
In conclusione, ciò che forse Briatore non riesce a capire è che quello che fa tanto discutere della sua operazione imprenditoriale non sono tanto i prezzi sopra la media o l’esposizione mediatica - anche Iginio Massari, maestro della pasticceria fra i migliori al mondo, pluripremiato a livello nazionale e internazionale, che si era schierato proprio qui su MOW a favore dei prezzi alti e che non disdegna certo social e televisione, rimane comunque apprezzatissimo a tutti i livelli - ma quella che per qualcuno è l’assenza di tutto il resto: amore del prodotto e rispetto dei colleghi imprenditori e della critica. C’è da sperare che il Crazy Pizza non segua la parabola del suo omologo della carne “Salt Bae”, ristorante di lusso esploso in poco tempo grazie all’hype mediatico legato ai prezzi esorbitanti e ora massacrato dalle critiche di clienti ed esperti del settore.