Un altro anno è trascorso. Quarantuno anni senza verità, senza che Emanuela Orlandi abbia fatto ritorno a casa. Scomparsa in un caldo pomeriggio d’estate, quel 22 giugno 1983 in cui il tempo si è fermato, cristallizzato, cambiando per sempre la vita della sua famiglia. Che mai, nemmeno per un istante, ha smesso di cercarla. Perché nessuno aveva fatto i conti con un fratello, Pietro, disposto a tutto pur di ritrovarla. Dopo anni in cui il nome di Emanuela si sussurrava soltanto, in cui l’attenzione mediatica stava iniziando a calare, la serie Netflix Vatican Girl ha portato finalmente l’attenzione di tutti la storia di Emanuela, così come le ombre che da quarantuno anni circondano il Vaticano. E poi quella che sembrava essere una svolta, la prima inchiesta aperta nella Santa Sede, voluta da Papa Francesco, per indagare su quanto accaduto a Emanuela. È trascorso più di un anno, ma i risultati ancora non si vedono. E poi la Commissione parlamentare d’inchiesta, che proprio in questi giorni sta continuando con le audizioni delle persone vicine a Emanuela prima di quel 22 giugno 1983. Noi di MOW, nel giorno dell’anniversario della su scomparsa, abbiamo intervistato Pietro, che ci ha raccontato come varie testate continuino ad attribuirgli virgolettati di parole mai pronunciate, soprattutto in una fase delicata come questa: “Non sto dando colpe a nessuno, ma quando un articolo è titolato “Pietro Orlandi insoddisfatto della Commissione”, cosa che non è vera, che non ho mai detto, crea problemi con la Commissione. Avevo detto che adesso stanno ascoltando le amiche e che, per come la vedo io, avrei preferito ascoltare Capaldo o Chaouqui. C’è comunque tutto un virgolettato della mia intervista a Cusano Tv dove non nomino mai la parola insoddisfatto. Ma poi da altri è stato ripreso così. C'è sempre qualcuno che cerca di creare polemiche, di creare confusione. Io mi sento spesso con i membri della Commissione, non posso dire che non sono soddisfatto, a differenza della Procura Vaticana e della Procura di Roma”.
“È illogico scrivere che penso di essere insoddisfatto della Commissione, che è appena partita. Ho solo detto che, per la visione complessiva che io ho di questi quarantuno anni, avrei ascoltato quelle persone che hanno portato degli indizi con riscontri per capire se dicono la verità o meno. La Commissione invece si sta approcciando adesso al caso della scomparsa di mia sorella, e vogliono avere un'idea generalizzata di quello che è successo. Quindi per me è normale che ascoltino pure le amiche di Emanuela. Ho verificato che alcune sono un po' reticenti e devo capire perché. La Casagrande, per esempio, nell'audizione ha detto che lei non si ricorda di aver visto Emanuela. Mentre nei vecchi verbali diceva di averla vista a Corso Rinascimento alla fermata dell’autobus. Ci sono delle contraddizioni. Mi è stato però garantito che prima della fine dell'estate sicuramente ascolteranno i legali delle famiglie e Capaldo (magistrato che si occupò del caso di Emanuela prima dell'archiviazione voluta dal Procuratore Pignatone)”. Pietro, come ogni anno, ha organizzato per oggi un sit-in a Roma, in piazza Cavour, per ricordare Emanuela nel giorno della sua scomparsa. Anche noi di MOW saremo presenti in piazza con lui, perché la voce di Emanuela è la voce di tutte le persone scomparse: “Vi aspetto tutti dalle 18 alle 20. Per l’ennesima volta purtroppo mi hanno negato di farlo in piazza Sant’Apollinare. Lo slogan di quest’anno è “La verità è luce e nessuno di noi rimarrà invisibile”. Ci tengo a dire che questa frase è di Patrizia, mia moglie. Una frase che mi è piaciuta molto perché io ho sempre detto che Emanuela dev’essere la voce di tutte quelle ragazze che non hanno voce, per questo motivo nel disegno della locandina sono raffigurate tante ragazze che rimangono nell’oscurità perché nessuno le prende in considerazione, i media non le seguono e gli inquirenti non fanno nulla. Spero che anche quest’anno al sit-in per ricordare Emanuela venga come sempre tanta gente da ogni parte d’Italia e del mondo. Questa enorme solidarietà continua a darci un’energia grandissima. Non ci hanno mai fatto sentire soli”. Per Emanuela, sempre.