Quattro Papi dopo la scomparsa zero risposte: “C’è un dossier allo IOR, perché negarlo ancora?”. E gli occhi sono puntati sul nuovo pontefice: “Basterebbe un Angelus per cambiare il tono”. Emanuela scomparsa a 15 anni. Ma il buio, quello vero, è tutto qui, intorno…
Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi scompariva nel cuore di Roma. Lei, cittadina dello Stato più piccolo del mondo. Da allora, quarantadue anni di bugie, insabbiamenti, rimpalli e silenzi imbarazzati. Quarantadue anni in cui la verità è rimasta sotto chiave, da qualche parte tra le stanze del Vaticano. A due passi da San Pietro, il fratello Pietro ha organizzato un sit-in per ricordarla nell’anniversario della sua scomparsa. Con la stessa faccia segnata di chi non ha mai smesso di cercare e la stessa voce di chi ha perso la pazienza, ma non la determinazione. “Nell’archivio dello IOR, la banca vaticana, c’è un rapporto su Emanuela. Io mi domando perché, in tutti questi anni, queste continue bugie da parte del Vaticano. Nel dire ‘non abbiamo niente’, ‘non c’è neanche un pezzo di carta’, ‘c’è il fascicolo’, ‘non c’è il fascicolo’”. Poi si interrompe, sospira. “Io sono una persona molto calma, ma veramente… a volte ti cadono le braccia. Non riesco a comprendere perché c’è questa volontà, questa attenzione a continuare a mantenere tutto segreto. Prima con Ratzinger. E purtroppo, anche con Papa Francesco”. Il riferimento al papa emerito, morto nel 2022, e al pontefice da poco scomparso: “Papa Francesco fino all’ultimo giorno non ha voluto incontrarmi. Non ha voluto incontrare me, non ha voluto incontrare mia madre che abita a duecento metri da casa sua. A novantacinque anni. Lui che ha sempre distribuito parole di vicinanza a tante persone, a tante famiglie. Ha telefonato a tantissimi. A mia madre non è arrivata neanche una parola di conforto. Che si sarebbe accontentata anche solo di quello”.


Neanche un incontro riservato, chiesto più volte, è stato possibile. “Allora mi domando perché? Perché questo atteggiamento? Perché questa volontà di tenere tutto chiuso, nascosto, senza spiegazioni? È triste pensare che siamo arrivati al quarto Papa legato a questa vicenda”. Il riferimento è al nuovo pontefice, Leone XIV: “Pensate che bella situazione se il Papa domani parlasse di Emanuela al suo primo Angelus, proprio nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa. Mi piacerebbe che lui facesse capire che la vicenda di Emanuela sta nei suoi pensieri, che la considera qualcosa che va risolta. Non ci sarebbe nulla di male. Perché tutti la vedono come una cosa impossibile, ma perché il Papa non dovrebbe parlarne? Sarebbe doveroso, da parte sua, ricordare l’anniversario di Emanuela”. Sono passati quarantadue anni, ma l’urlo di Pietro continua a risuonare. Più forte del silenzio.

