Il gesuita padre Federico Lombardi è stato ascoltato dalla Commissione d’inchiesta che si occupa di indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, avvenuta nel 1983 a Roma. “Il Vaticano non ha mai nascosto nulla”. Ha ribadito, sostenendo che la Santa Sede avrebbe messo a disposizione degli inquirenti tutti gli elementi di cui è a conoscenza: “Se si vuole continuare a dire che c'è un intenzionale occultamento delle informazioni questo assolutamente non lo posso accettare, mi sembra una cosa che al limite è anche calunniosa. Inaccettabile”. Padre Lombardi è stato direttore della sala stampa vaticana durante il pontificato di Benedetto XVI, mentre prima ricopriva il ruolo di direttore della Radio Vaticana. “Sono convinto che la sostanza dell'atteggiamento delle autorità vaticane e loro partecipazione alla vicenda è stata di collaborazione e desiderio di arrivare alla verità. Molte volte si è detto che non c'erano state risposte alle rogatorie mentre ho voluto invece dimostrare che le risposte alla rogatorie ci sono state. Che altri possano avere una opinione differente è anche possibile, è una vicenda che dura da tanti anni ci possono essere anche momenti di difficoltà, ma nella sostanza dei punti essenziali, negli argomenti e nell'atteggiamento sostanziale c'è stata collaborazione: il fatto di continuare a dire che 'se il Papa vuole dice la verità' non lo considero attendibile e fondato. Io ritengo che non ci siano segreti conservati intenzionalmente, decisivi, da qualche parte”.
Di pare diverso Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che da anni si batte, anche contro il Vaticano, per poter arrivare alla verità, e che ha così commentato le parole di padre Lombardi: “Continuare a dire che c'è stata collaborazione da parte del Vaticano è imbarazzante, sono i magistrati italiani che in più occasioni dissero che purtroppo era mancata totalmente la collaborazione della Santa Sede. Riguardo le rogatorie internazionali dire che ci sono state risposte è altrettanto imbarazzante. Alla richiesta dei magistrati di poter ascoltare alcuni prelati la risposta è stata NO, e aggiunsero che al massimo i magistrati potevano inviare domande scritte. Le domande sono state mandate e le risposte sono arrivate ma del tutto inutili a detta dei magistrati italiani. Quindi è facile dire "abbiamo risposto alle rogatorie". Nella sua audizione Lombardi ha fatto riferimento anche al fatto che all'inizio si pensava che la scomparsa di Emanuela fosse in qualche modo connessa con l'attentato contro Papa Wojtyla, avvenuto nel 1981, e all’ipotetica pista degli abusi sessuali: “Se negli anni '80 ci fossero inchieste o questioni in Vaticano che riguardavano la pedofilia non lo so. A me non risulta, per quanto riguarda la questione Orlandi, nulla di interno al Vaticano su questo tema. Ho trovato addirittura infame il fatto di fare allusioni a un Papa in questo campo, mi pare che le questioni fossero più sul fuori che sul dentro per quanto riguardava l'eventuale pista sessuale”.