Il tragicomico video di Gianni Cenni, pizzaiolo italiano, catturato lungo le linee del fronte nella regione di Kharkiv dai soldati ucraini mentre combatteva con l’esercito russo, antropologicamente parlando, può essere ritenuto un promo di certa nostra Italia stessa. Italiani popolo di eroi e santi, italiani brava gente, italiani versatili, italiani laboriosi, italiani ora con la pala davanti a una “quattro stagioni” ora serventi al pezzo già sovietico e schioppo a tracolla, sì, italiani di tutto capaci. Italiani pizzaioli ora e sempre, come in un film scoreggione con Aldo Maccione, già componente dei leggendari Brutos. Il video che mostra Gianni sembra essere altrettanto un'ideale struggente postilla al brano omonimo del compianto, indimenticato, Toto Cutugno. Gianni Cenni, cognome non meno italianissimo, quasi rinascimentale, degno di un personaggio ulteriore de “La cena delle beffe” di Sem Benelli, così da suggerire, altrettanto immaginificamente, dopo il michelangiolesco “Tondo Doni”, un patetico Tondo Cenni, come appare proprio in quel video di saluto degno di TikTok. Lì, in condizioni di evidente disagio psicologico, Gianni nostro, polsi legati, dita sporche di grasso forse per avere appena armeggiato un tank o magari lubrificato un fucile, Gianni Cenni guerriero ecco che si è appena arreso al “nemico” ucraino, e ancora Gianni Cenni pizzaiolo in kalashnikov o con chissà quale altro oggetto offensivo, si presenta al mondo delle news, e forse anche a chi, conoscendolo, un simile epilogo da lui esattamente si aspettava; Gianni, il versatile.
Gianni Cenni che meriterebbe un francobollo tutto per sé dalle Poste Italiane apocrife, Gianni che è già un meme, nonostante le circostanze fanno supporre nell'intimo tutt’altro spirito, umore, stato d’animo. Di sicuro un trattamento da prigioniero, appunto, di guerra, se non da “venduto” alla controparte o addirittura “mercenario” al servizio degli infami invasori russi, i “rubalavatrici”, come è stato fatto notare raccontando i saccheggi da questi ultimi compiuti. Sicuramente gli uomini delle brigate dell’esercito ucraino, che lo hanno adesso in custodia, non vedranno di buon occhio questa sua natura avventurosa. Nel video che d'improvviso annuncia l’esistenza in vita bellica del pizzaiolo Gianni Cenni, l’uomo, il prigioniero si annuncia, presentandosi, metti, in tutto simile a un amabile “tronista” ospite di “Uomini e donne”, il dating show di Maria De Filippi: “Ciao, buonasera, sono Giovanni, italiano, buonasera”. Sì, proprio buonasera. Con pronuncia decisamente meridionale, etnicamente partenopea. In un secondo video, apprendiamo che l’italiano Gianni parla invece in russo e inglese, raccontandosi “tassista”, no, che io, povero me, c’entro nulla con l’attività militare. Peccato e cazzi amari sempre per lui che il documento in suo possesso, segnato dalla stella già sovietica dell’Armata russa in filigrana sulle pagine, non lasci dubbi circa il seppure momentaneo stato professionale. Aggiungici la cattura in combattimento e la divisa che porta addosso. Cenni, così sembra, può comunque tristemente vantare d’essere il primo volontario italiano nell’esercito russo catturato dall’inizio dell’invasione in Ucraina, ostaggio adesso delle forze speciali ucraine in Donbass. Cenni Giovanni, detto Gianni, si sappia per completezza, è nato il 19 agosto 1973, secondo i dati anagrafici presenti nel libretto militare rilasciatogli proprio dal ministero della Difesa russo, e si sarebbe arruolato il 13 novembre 2024, effettivo nell'unità militare 58198, I° reggimento corazzato. Da qui, supponiamo, le mani sporche di grasso fin sulle unghie. Secondo le prime notizie, l’uomo, coniugato, sarebbe padre di due figli. Chissà quando li rivedrà.
L'esercito ucraino lo ha catturato l'8 gennaio al confine tra la zona di Kupyansk e la regione di Lugansk, durante un’operazione ricognitiva e di intelligence oltre le linee nemiche. Gianni Cenni è decisamente un figlio della Campania, nel suo stato attuale assai poco Felix, l'uomo appare assente ai social, se non per una pagina Linkedin dove si autoproclama addirittura “capo pizzaiolo” presso il ristorante napoletano “La figlia del presidente”; i gestori dell’esercizio, interpellati, garantiscono però di non avergli mai affidato né pala né forno. Nel suo palmarès professionale pare però accertata una recente attività lavorativa in Russia, a Samara, capoluogo dell'omonima regione sul fiume Volga, sempre, va da sé, come pizzaiolo, alle dipendenze del ristorante italiano “Anima”. Il console onorario d'Italia di Samara, Gianguido Breddo, imprenditore in ambito di ristorazione, dove Gianni Cenni ha invece certamente lavorato, ne restituisce l’incontro in questo caso davvero avvenuto: “È stato mio dipendente fino a circa un anno fa, poi si è licenziato. Sapevo che si era spostato a sud di Volgograd, ma non ricordo esattamente dove. Era un tipo particolare, napoletano, con un carattere sopra le righe: sapere adesso che è andato a combattere non mi stupisce”. Prima di Samara, Cenni poteva vantare un lavoro in Finlandia, anche lì pizzaiolo. Nella galleria Instagram del ristorante appena menzionato con annessa Scuola di cucina italiana, Gianni nostro mostrandosi solerte al lavoro illustra “i segreti della pizza”. Chissà che percezione avranno avuto di lui i partecipanti alla “masterclass” curata proprio da Cenni che ha avuto luogo il 15 giugno 2023, ancora una volta nelle sale del ristorante “Anima”. Anche il gestore che aveva accolto Cenni tra il personale di servizio tuttavia sembrerebbe essere incondizionato ammiratore di Vladimir Putin. Come il nostro Matteo Salvini anche il console onorario ha ritenuto motivo d’orgoglio indossare una t-shirt stampigliata con la faccia del presidente russo comprensiva di orso e scritta amichevolmente partigiana: “Io sono amico di Putin”, ciò a ridosso dell’occupazione russa della Crimea e dopo l'invasione del Donbass. Il mestiere di pizzaiolo: i convincenti volantini destinati ai corsi professionali, si sappia anche questo, recitano che si tratti di “un mestiere che non conosce crisi”, testuale. Se solo Gianni li avesse letti, forse ci avrebbe pensato più di una volta prima di presentarsi al distretto di Putin, o no?