Ah, il Regno Unito. La terra di Albione, il tè delle cinque e una buona dose di umorismo asciutto. Ma ora, se avete in mente di fare una scappata in quelle terre nebbiose, preparatevi a una sorpresa che fa sembrare la Brexit una passeggiata nel parco: vi costerà e vi servirà una specie di visto.
Il governo britannico ha svelato le nuove regole di ingresso, rischiando di far tremare anche il più calmo dei turisti. Dimenticatevi i bei tempi in cui bastava un sorriso e una valigia per entrare nel paese. Ora chi non è britannico o irlandese dovrà ottenere un’autorizzazione elettronica chiamata Eta (Electronic Travel Authorisation). Non è un passaporto segreto, ma un visto simile a quello richiesto dagli Stati Uniti (Esta) e dall’Unione Europea (Etias).
L’Eta, che non è altro che una specie di visto semplificato, avrà un costo di 10 sterline e sarà valido per due anni. Durante questo periodo, potrete soggiornare nel Regno Unito per un massimo di sei mesi. Non dovrete nemmeno preoccuparvi troppo di attendere: dovrebbe arrivare entro pochi minuti dalla vostra domanda online. È come un fast food dei documenti di viaggio, ma un po' più costoso. E forse vi servirà almeno un quarto d’ora per capire se avete compilato tutto correttamente.
Per chi arriva da un paese che richiedeva già un visto per entrare, nulla cambia. Ma per i cittadini di uno dei tanti paesi europei che, fino a oggi, potevano fare una gita per bersi una birra in uno dei locali tipici senza troppe complicazioni, la musica è cambiata. Gli europei dovranno iniziare a richiedere l’Eta dal 5 marzo 2025 e ne avranno bisogno per entrare nel Regno Unito a partire dal 2 aprile dello stesso anno..
In altre parole, il Regno Unito sta rendendo l’ingresso un po' più... interessante. Prepariamoci a una nuova era di burocratica eleganza britannica, dove ogni visita è accompagnata da una spesa e un modesto esercizio di pazienza. Buon viaggio e, mi raccomando, non dimenticate di fare il check-in per il vostro Eta. E anche la scelta del nome, lo stesso dell'organizzazione terrorista basca, forse non è stata una grandissima idea...