In Italia la musica si sta risvegliando dopo il torpore dei mesi estivi, dove l’unica eccezione sono stati i tormentoni. Così tra premi agli RTL 102 PowerHits Estate e primi annunci, tra cui l’attesissimo album di Lazza, “Locura”, in uscita il 20 settembre, si ricomincia a parlare di scena musicale italiana, tra alti e bassi, tra pezzi che funzionano e brani che non convincono completamente. Intanto, però, si continua a guardare anche alla musica internazionale, con l’atteso annuncio, arrivato stanotte, della nuova frontwoman dei Linkin Park, Emily Armstrong (già leader dei Dead Sara), e ovviamente, si continua a parlare degli Oasis.
La reunion dei fratelli Gallagher ha riscosso il successo che ci si aspettava. Biglietti per le quattordici date sold out in un giorno, fan in delirio e in coda per ore in fila per riuscire ad accaparrarsi un biglietto, voli e hotel già con i prezzi alle stelle. Tutto bellissimo, ma questa reunion ha diversi “lati oscuri”. Vista l’incredibile richiesta da parte dei fan, gli Oasis hanno aggiunto due date a Wembley, il 27 e 28 settembre 2025. Una gioia, penserà qualcuno. Ma questa volta Noel e Liam Gallagher, o chi per loro, hanno pensato ad un diverso sistema di vendita. Infatti, i biglietti per queste due nuove date saranno venduti a scaglioni, attraverso un’estrazione e solo chi sarà invitato a parteciparvi potrà provare ad aggiudicarsi un biglietto. Questa nuova “ballot”, però, ha un altro grande problema, che ha già rattristato tutti i fan europei: è riservata solo ai fan del Regno Unito. Qui è proprio il caso di dirlo: siamo di fronte ad una grandissima stronz*ta. Non è ben chiaro, infatti, il motivo per cui sia stata presa la decisione di aprire questa nuova rivendita dei biglietti solo ai fan del Regno Unito. Gli altri, a questo punto dovranno attaccarsi. O sperare che, se la reunion dovesse arrivare alla fine senza intoppi, gli Oasis decidano di annunciare un tour europeo.
Il problema della vendita dei biglietti per la reunion degli Oasis non si ferma qui, e potrebbe essere più grande e contorto di quello che sembra. La CMA, l’Autorità di controllo della concorrenza e dei mercati del Regno Unito, ha annunciato di aver aperto un’indagine sul modo in cui Ticketmaster ha gestito la vendita e i prezzi dei biglietti della band. L’indagine riguarda in particolare il dynamic pricing, il sistema che aumenta automaticamente il prezzo dei biglietti in base alla richiesta. Gli Oasis, attraverso un comunicato, si sono detti “estranei” alle modalità con cui sarebbero stati venduti i biglietti. “Deve essere chiaro che gli Oasis lasciano le decisioni di come vendere i biglietti e a che prezzo ai loro promoter e management. La band non è mai stata a conoscenza che il dynamic pricing sarebbe stato utilizzato”. Insomma, in poche parole se ne lavano le mani. E non sarebbe neanche del tutto sbagliato. Loro sono già impegnati a non menarsi e mandarsi affancu*o, mica possono pensare anche ai prezzi dei biglietti della loro reunion. A tutto questo si aggiunge poi il problema, non secondario, del secondary ticketing. La band ha fatto sapere che i biglietti potranno essere rivenduti solo attraverso le piattaforme di rivendita autorizzate, come Ticketmaster e Twickets. Quindi, i biglietti venduti in violazione di questi termini saranno annullati dagli organizzatori. Ma sarà davvero così? Il seconday ticketing è sicuramente la piaga per eccellenza del mondo dei concerti. Non tanto perché fuori da qualsiasi venue si trovano uno o più bagarini intenti a vendere, o provare a comprare, i biglietti per un live sold out, ma anche e soprattutto per i prezzi. Dopotutto, non si fa mica bagarinaggio per beneficenza. E i biglietti degli Oasis avrebbero già raggiunto cifre da capogiro, arrivando anche a seimila sterline. Folle? Assolutamente sì. In tutto questo, però, c’è anche chi prova a contrastare questo sistema, invece di scaricare la colpa su organizzazione e management. È il caso, ad esempio, di Chappell Roan, popstar emergente di cui si è sentito parlare molto quest’estate, che ha annunciato che annullerà i biglietti comprati da bagarini e bot per il suo concerto dell’1 ottobre. La cantante avrebbe deciso di annullarli e rimettere in vendita “un numero limitato di biglietti” per assicurarsi che “finiscano nelle mani di persone che vogliono effettivamente venire al concerto, che sono fan”. Insomma, di modi per “arginare” il secondary ticketing potrebbero essercene. A questo punto però sta anche agli artisti, grandi e piccoli, capire come comportarsi, senza lavarsene le mani.