Per Jeremy Clarkson, giornalista e conduttore televisivo, questo è un periodo piuttosto importante. Insomma, sta per salutare una volta per tutte i suoi colleghi (insieme da più di vent’anni) James May e Richard Hammond con l’ultimo episodio di The Grand Tour, ha promesso (o quasi) una quinta stagione su Amazon Prime Video della sua Fattoria, e soprattutto ha appena aperto il suo nuovo pub. Si tratta del The Farmer’s Dog nell’Oxfordshire, e sembra andare alla grande; anche se, avverte, per i fumatori ci potrebbe essere qualche problema, tutta colpa del primo ministro Sir Keir Starmer; che a dire il vero è stato ufficialmente bandito dal locale. Nel suo ultimo editoriale pubblicato sul The Sun, infatti, Jezza ha rivelato che prima dell’apertura “una delle (tante) cose a cui dovevo pensare era questa: si potrà fumare sulla terrazza? So – ammette – che a molte persone piace andare al pub per una pinta e una sigaretta. Ma so anche che a molte persone non piace l’odore del fumo. Quindi alla fine ho messo dei cartelli con scritto: ‘Ti piace fumare, ad altri forse no, se fumi per favore sii rispettoso’”. Insomma, un avvertimento, ma non un divieto. In fin dei conti, scrive, “nella mia mente è così che dovrebbe funzionare una società […] Purtroppo, però, Sir Starmer (leader dei Laborusti, ndr) non la pensa così. A lui non piace fumare, quindi lo proibirà. E poi, per far sembrare ragionevole questa decisione stalinista, dirà che le malattie causate dal fumo costano al sistema sanitario nazionale un’enorme quantità di denaro ogni anno”. Peccato che…
Beh, per Jeremy la scusa di Sir Starmer, di cui ha scritto che “sotto i suoi capelli da Playmobil è un comunista convinto”, potrebbe non avere alcun fondamento, visto che “l’ultima volta che ho controllato – si legge nel suo pezzo sul The Sun –, la tassa sulle sigarette ha fatto fatturare dieci miliardi di stelline all’anno all’erario. Senza quella cifra, il ‘buco nero’ da ventidue miliardi di cui Starmer continua a blaterare diventerà di trentadue miliardi […] Lui sostiene che potrebbe pagare tutto tassando di più i ricchi, ma si sbaglia”. Dalla politica al piccolo schermo. Clarkson è diventato sicuramente uno dei volti più amati della televisione britannica, e quindi il suo giudizio sicuramente avrà un certo peso. Così, nel suo articolo, ha rivelato di aver scoperto quasi per caso la serie tv Brassic su Netflix, “Trainspotting, Pulp Fiction e Fawlty Towers tutto in uno. Ma è scritto meglio di tutti loro e il budget per la musica deve essere stato di milioni di sterline”. Dunque, si chiede, “quante cose brillanti escono ogni settimana passando inosservate? Qualcosa deve cambiare […] Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è una guida settimanale su tutto quello che lanciano Sky e gli streamers, che ci dica cosa merita e cosa no”. Per esempio, gli ambientalisti meritano? Jezza si scaglia di nuovo contro quelli che lui descrive “eco-barbe” portando alla luce il caso della centrale elettrica Drax nello Yorkshire, di cui “i proprietari sono stati multati per venticinque milioni di sterline per… non ne sono sicuro esattamente. Ha a che fare – racconta Clarkson – con la legna che bruciano per produrre vapore. Proviene dal Canada, ma potrebbe venire da un tipo di albero sbagliato, che potrebbe essere stato tagliato con il tipo sbagliato di sega”. Dunque, scrive ironicamente (ma non troppo), “le eco-barbe si sono molto arrabbiate, e dicono che bisogna fare qualcosa”. Ed ecco la soluzione di Jeremy: “Drax si trova proprio in cima a un immenso campo di carbone, quindi perché non usarlo al suo posto? Niente più spedizioni in Canada, niente più deforestazione. E tutti vincono”. Ma non è finita qui, perché Jezza se la prende anche con Michael O’Learly, vale a dire l’amministratore delegato di Ryanair. Il ceo della compagnia di volo low-cost, infatti, “ha dichiarato che ai passeggeri dovrebbero essere consentiti solo due drink in aeroporto. Ho un’idea migliore – promette Jezza –. Riduci i tempi dei check-in, perché così non ci sarebbe tempo per più di due drink. Non è necessario arrivare alla stazione ferroviaria o alla fermata dell’autobus con due ore di anticipo. Perché – conclude – dovrebbe essere diverso per un aereo?”.